Era meglio vincere, non ci sono dubbi. In alternativa un pareggio sarebbe stato importante. E’ arrivata la sconfitta, la prima in campionato per il Napoli. A questo punto due sono le cose: piangersi addosso, o provare a imparare la lezione: non ci sono dubbi, meglio cercare quello che di buono può essersi da questo passo falso. Anche perché non è che ci siano molte alternative.
La sconfitta in se non conta poi tanto. Non sarebbe stata decisiva questa partita neanche se il Napoli avesse vinto, figurarsi ora che l’ha persa ma resta in avanti. Ora rischia il sorpasso da parte dell’Inter, ma quasi quasi a questo punto non è male togliersi un po’ di pressione da dosso. E’ dall’inizio della stagione che gli occhi di tutti sono sugli azzurri. Che giocano bene, eccetera eccetera. Adesso che siano un po’ gli altri ad avere la pressione addosso.
La sconfitta fa male, malissimo, ma speriamo che sia di insegnamento. Contro certe squadre non puoi permetterti di giocare in un certo modo. La Juve è stata pericolosissima inb tre circostanze, sempre in contropiede. Assurdo che il gol sia arrivato con una azione quasi in fotocopia a quella che aveva portato pochi minuti prima Higuain a contatto con Reina. Era forse il caso di prendere le misure, e non è stato fatto. Preso un gol che nella dinamica ricorda molto quello preso contro il City, il gol che rischia di mandare il Napoli fuori dalla Champions.
Poi si sa che contro le squadre che fanno muro con centimetri e muscoli il Napoli fa fatica. La Juve, che sostanzialmente non ha rischiato quasi nulla, si è limitata a difendere la sola area di rigore. Era il tipo di partita che metteva in difficoltà anche il Barcellona. Che fecero l’Inter di Mourinho prima, e il Chelsea dopo. Quando giochi con i piccoletti non c’è verso di entrare. Ed allora tanto vale cambiare, provare a stanarli in qualche modo.
La Juve, giusto dirlo, ha meritato la vittoria. Si è difesa benissimo, ed ha avuto le uniche vere occasioni da rete. Il Napoli che ha stazionato per 70 minuti almeno nella trequarti avversaria non ha avuto una sola conclusione pulita. Le poche occasioni non sono mai state in posizione centrale, mai il Napoli ha dato la sensazione di essere sul punto di fare gol.
Per amor di Dio, ci sta tutto. Questa sconfitta non pregiudica nulla. Ed arriva a culmine di un periodo in cui gli azzurri hanno stentato. Hanno faticato col Sassuolo, poi a Verona, sono stati brillanti sono a tratti con Milan e Shakhtar, a Udine hanno giocato male. Si è quasi sempre vinto, e questo è fondamentale, perché i punti poi te li ritrovi alla fine. Ma era chiaro un momento di appannamento.
Adesso non resta che resettare. Si è persa una battaglia, ma la guerra è ancora lunga. Ed il Napoli è lì. La Juve da parte sua ha giocato la classifica partita attenta e puntigliosa di chi, dopo essere stata messa sotto accusa, ci teneva a dimostrare di essere la più forte. Lo è, nessuno lo ha mai negato. Ma deve dimostrarlo sempre, non solo in certe occasioni. Per adesso resta dietro.
– il tabellino
Giornalista