Koulibaly:” Vi racconto la mia carriera prima di venire a Napoli”

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Il Napoli ha un muro difensivo che porta una firma specifica: Kalidou Koulibaly. Un calciatore che non ha vissuto un’infanzia difficile e che s’è raccontato totalmente ai microfoni di The Players Tribune,

 Non dimenticherò mai della mia prima convocazione in prima squadra a Metz. Sono entrato verso la fine e sapevo che trasmettevano la partita in TV. Subito dopo la partita chiamai mia madre e le chiesi: “Mamma, hai visto? Sei contenta?”.  Mi disse: “Contenta? Giochi sempre a calcio. È normale. È quello che ti piace, no? Solo che ora giochi in TV. È bello”. Non lo diceva con cattiveria, lei è così. Per lei era lo stesso gioco che facevo da bambino. Forse sarebbe meglio se più persone la vedessero in questo modo. Il calcio è un gioco che deve unire le persone, no? Ho girato il mondo grazie al calcio. Sono andato a Genk in Belgio e poi a Napoli in Italia. Ho imparato tante lingue e ho conosciuto tante persone. C’è un detto che recita: “Quando impari tutte le lingue, puoi aprire tutte le porte”. Non ti mento, sono colpevole anch’io di aver avuto pregiudizi su certi luoghi e certe persone. Prima di venire a Napoli ero in ansia perché non sapevo parlare la lingua e la gente parlava male della mafia e così via. Non ci ero mai stato, quindi non sapevo se raccontassero la verità. Quando impari tutte le lingue, puoi aprire tutte le porte.

 

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