In questi giorni sta tenendo banco la questione dell’addio di Cristiano Ronaldo al Real. Il fuoriclasse portoghese ha comunicato la propria intenzione di lasciare le Merengues dopo nove anni ricchissimi di trionfi.
Tra le possibili destinazioni ci sono la Cina e il Manchester United, ma il quotidiano Record ha paventato anche la possibilità che CR7 possa trasferirsi in Italia e varie fonti lo hanno accostato al Napoli.
IL PIANO
Il presidente De Laurentiis, stufo di essere definito “pappone” da molti tifosi e commentatori, ha deciso di passare all’azione e dare uno schiaffo morale a tutti. Ancelotti è il passepartout per convincere Cristiano a trasferirsi in azzurro. I soldi arriverebbero da ricche sponsorizzazioni dalla Cina. Mentre altri sbandierano ai quattro venti improbabili “ricavi dalla Cina” di centinaia di milioni a stagione, ADL sta intraprendendo operazioni segretissime e sta reperendo fondi. Il progetto di un grattacielo Film Auro è già stato approvato e la costruzione comincerà a momenti. CR7 sarebbe l’uomo immagine del Napoli in Cina e lo stipendio (25 milioni netti a stagione) sarà abbondantemente pagato dai nuovi sponsor cinesi.
GLI SVILUPPI
L’obiettivo dei rapporti con Jorge Mendes era quello di avere nel Napoli calciatori di primo piano tra gli assistiti del super agente. ADL ha colto la palla al balzo e i futuri partner cinesi sono stati dispostissimi a finanziare l’operazione. Ora serve trovare un accordo con Florentino Perez e far abbassare la pretesa di 400 milioni. I soldi ci sono, considerati soprattutto i futuri guadagni. Tra Europa e Cina si prevede di ricavare 100 milioni di euro dalla vendita di magliette di CR7 entro un mese. Questi 100 milioni sarebbero netti, perché la parte che andrebbe a Kappa sarebbe nettamente superiore. Ma nel medio periodo al Napoli rientrerebbero tutti i soldi sborsati e una tale operazione innalzerebbe il fatturato.
Ovviamente tutto quello che ho scritto è stato partorito dalla mia fantasia. Almeno ho il buon gusto di ammetterlo candidamente e invito i lettori a non prendere sul serio questo messaggio. Il punto è che determinati giornali, che ricevono anche finanziamenti pubblici, hanno spacciato questa possibilità per veritiera.
A cura di Vincenzo Di Maso
Giornalista