L’ultima campagna acquisti (si fa per dire) ha generato delle perplessità in gran parte del pubblico partenopeo e in certa stampa sulla validità ad alti livelli di Giuntoli, fin qui raramente messo in discussione.

Retroscena Giuntoli

Tra le critiche più severe, si evidenzia come il DS abbia fin qui contribuito all’arrivo di pochi giocatori che abbiano raggiunto lo status di titolari rispetto al materiale umano lasciato dai suoi predecessori, siano essi Bigon o Benitez.

Giuntoli, come ricorderete, arrivò nella famosa estate del temuto ridimensionamento: ohibò-dicevano molti galantuomini nei bar e nelle sale scommesse o sui social- un tecnico da Empoli ed un Ds da Carpi? Dove andremo a finire?

Giuntoli sostituì Bigon, i cui rapporti con la proprietà si deteriorarono irrimediabilmente con l’acquisto di Valdifiori, trattato da Aurelio in prima persona senza l’avallo dell’area tecnica.

Era comunque un rapporto ormai logoro e che risentì probabilmente dell’eccessiva vicinanza di Bigon a Benitez negli ultimi tempi della loro esperienza napoletana.

Giuntoli trovò un Napoli sostanzialmente apparecchiato, non ci furono grandi stravolgimenti.

Vi fu il ritorno di Reina a furor di popolo ma se ne parlava da mesi e fu un ritorno assolutamente dovuto al Presidente ed al portiere, smanioso di tornare ad essere titolare e a vivere a Napoli.

L’arrivo di Allan fu figlio dei buoni rapporti Pozzo-De Laurentiis che consentirono una trattativa lunga senza timore di inserimenti.

Nell’occasione Giuntoli fu bravo a inserire nella trattativa, in direzione Watford, altro club dei Pozzo, due come Britos e Inler ormai fuori dai piani tecnici.

inler

Quanto agli altri obiettivi di mercato, la ricerca di un difensore centrale sembrava la priorità. Il Milan sparigliò il mercato spendendo 25 milioni, cifra allora folle per un difensore, acquistando Romagnoli, giocatore nell’orbita partenopea.

 

Ormai la base d’asta era quella e il Napoli non riuscì a portare a casa nè Bartra nè Rugani, subito accostato a Sarri che lo aveva avuto ad Empoli.

Saltò la trattativa Astori per i diritti di immagine e arrivò Chiriches per pochi euro.

Quel Napoli si interrogava sulla titolarità di Albiol e Koulibaly, reduci da un anno contraddittorio come tutto il Napoli.

Chiriches fu un’operazione totalmente ascrivibile a Giuntoli, bravo a scovare un ex grande promessa del calcio dell’Est, caduta in disgrazia o quasi al Tottenham.

Serviva un terzino destro e il Napoli sembrava voler corteggiare Darmian valutato un botto da Cairo (18 milioni compreso Jorginho valutato 2 milioni!) ed alla fine giunse Hysaj, poca spesa molta resa.

Rimasero Higuain e Callejon che sembravano destinati ad altri lidi, colpiti da Sarri; cadde nel vuoto la richiesta di un trequartista puro da parte di Sarri che aveva individuato in Saponara l’uomo giusto.

Metà agosto passò tra il corteggiamento a Maksimovic, proprio lui e Dragovic. Koulibaly per molti era in lista di sbarco ma la società fu brava a non accettare nessuna offerta da Premier e Bundesliga.

Giuntoli fu bravo a farsi dare un giocatore in prestito come Chalobah, che forse avrebbe meritato maggior fortuna a Napoli.

Quella sessione fu però guastata dal mancato arrivo del centrocampista di riserva.

Se ricordate quel 31 agosto, il Napoli aveva collezionato 1 punto nelle prime due e tutta Napoli era in fibrillazione: Sarri era già divenuto Orrico o Maifredi, il modulo con il trequartista in discussione, la difesa un colabrodo e la torcida reclamava un cambio in panchina per il centrocampo titolare che in panca vedeva come mediano il solo David Lopez, già indigesto ai più dopo il mercato precedente.

Soriano fu un mix tra Verdi e i Politano attuali, condensando tutto il peggio delle due trattative, dal rifiuto dell’emiliano, poi mutato al fallimento al fotofinish della trattativa.

In quel caso Giuntoli uscì indenne dalle Forche caudine, tutte  indirizzate sul tecnico per i risultati e sulla società.

A gennaio si respirava tutt’altra aria, il Napoli era primo ma si avvertiva la necessità per conservare il primato di operare in difesa con un ricambio in più, ormai Albiol e Kolulibaly erano apprezzati, e soprattutto a centrocampo: Allan, come gli attaccanti adesso, non poteva rifiatare mai.

A centrocampo circolarono i nomi di Herrera, di Kramer, di Tolisso salvo poi ripiegare su Grassi.

grassi

L’operazione all’epoca non parve neppure così sconsiderata, lo divenne perchè il giocatore non giocò mai e si infortunò subito.

Decorativa l’operazione Regini che comunque venne da quarto e sostituì Henrique.

Un errore con il senno di poi, il Napoli mise in pericolo anche il secondo posto, anche se la Juventus di quel girone di ritorno tenne una media punti inverosimile.

Continua….

 

 

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