Sulla stagione del Napoli pesa come un macigno l’incognita Koulibaly. All’interno di uno scenario in continua evoluzione circa il futuro del 26 in maglia azzurra, infatti, sorprende il silenzio di Luciano Spalletti. Cui certamente non manca la classica lingua che taglia il ferro.

Nient’affatto un luogo comune, la sua innata capacità di usare la parola come sciabola o fioretto, a seconda di cosa suggeriscano le circostanze.

Maglio tacere per Spalletti

L’uomo di Certaldo, titolare di un eloquio spiazzante, in ossequio alla pungente ironia tipica dei toscanacci, non ha mai pesato gli interventi. Anzi, ha sempre riempito lo spazio attorno a sé di parole in grado di conquistare l’attenzione generale degli astanti.

Eppure, adesso evita di far sentire la sua voce sull’argomento.

Magari angustiato da ragionevoli dubbi sulla competitività della squadra che si appresta a partire per Dimaro, qualora veramente Kalidou dovesse lasciare Castel Volturno.

Le perplessità del tecnico toscano, però, c’entrano poco con il sentimentalismo legato ad una concezione romantica del calcio.

Sull’allenatore che tace consapevolmente grava, invece, la mancata volontà di esporsi pubblicamente con la piazza, facendo così da sponda alla gestione presidenziale.

L’opportunità, dunque, suggerisce a Lucianone di andare sul sicuro e non legittimare la politica aziendale, indirizzata verso un drastico tagli del monte ingaggi.   

Juve a carte scoperte

Nel frattempo, la Juventus ha rotto gli indugi e scoperto le carte.

A Torino spingono per il centrale napoletano, prima scelta di Max Allegri nell’ottica di sostituire De Ligt. L’olandese, in bilico tra Chelsea e Bayern Monaco, ma ormai sull’uscio della Continassa, con le valigie in mano.  

Nonostante The Wall faccia resistenza, il suo procuratore, Fali Ramadani, è andato a cena con Federico Cherubini, in rappresentanza della Vecchia Signora.

Dalla serata di Milano filtrano anche le indiscrezioni sulla sontuosa proposta formulata dal diesse bianconero: contratto triennale da 5 milioni, al senegalese. Più 30 milioni destinati a gratificare la società partenopea. Le cifre dell’affare, almeno per i tempi che corrono, raccontano di una vagonata di danaro, utile al Napoli per proseguire nel processo di rifondazione.

Dal canto suo, Koulibaly tentenna. Dibattuto tra il mal di pancia interiore, generato dalla indiscutibile fedeltà alla causa azzurra. E il fascino seducente prodotto da una nuova esperienza professionale, in un contesto assai competitivo.

Pure De Laurentiis nicchia. E non solo perché la valutazione del patròn parte da 40 milioni. In effetti, pare che DeLa stia meditando un clamoroso rilancio. L’offertona che “il Comandante” non potrebbe assolutamente rigettare.

In soldoni, il prolungamento fino al 2027, con il medesimo ingaggio del vincolo in scadenza l’anno prossimo: cioè, 6 milioni.

Resistere ad oltranza

Pur se diventa impossibile separare i fatti dalle emozioni, appare evidente innanzitutto la mancanza di pudore palesata  dall’entourage di Koulibaly, disponibile ad accomodarsi a tavola per sentire cosa volesse offrire l’acerrima nemica per eccellenza, ovvero la Juventus.

Senza trascurare il tentativo del Napoli di rilanciare, piuttosto che subire passivamente l’evolversi della situazione. Mettendo sul piatto della bilancia soldi che forse vanno oltre le attuali possibilità economiche del club.

Insomma, all’ombra del Vesuvio sembra davvero che barcollino, ma non mollino. Dal punto di vista strategico, l’offerta di Adl non nasconde secondi fini. Più realisticamente, rappresenta la base di partenza del campionato che verrà.

Il mercato è ancora lunghissimo. Quindi, la società non ha fretta e le operazioni, di conseguenza, si dilatano notevolmente.

Probabilmente il mutismo di Spalletti è funzionale proprio a non precorre i tempi. Qualsiasi parola detta oggi potrebbe essere poi smentita non più tardi di domani dalla direzione sportiva. Allora, meglio non sprecare il fiato.

Tuttavia, trattandosi di un allenatore espertissimo, sa bene quanto possa semplificare il suo lavoro edificare il Napoli con Koulibaly, rispetto a limitarsi a gestirne la dolorosa successione.

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