Siamo abituati a sentire la celebre frase “questi calciatori non sono adatti”.

“Questi calciatori non hanno le caratteristiche per la piazza e per il gioco di….”E se fosse che questo o quell’allenatore non fosse tanto malleabile? Changeable direbbero in Inghilterra per dire” che cambia rapidamente “. La storia di Spalletti dice di un uomo che arriva, mette le cose in chiaro, se c’è da rompere, rompe e si pone come deus ex machina. Spalletti è, almeno a vedere i suoi trascorsi, più adatto a gestire giovanotti di belle speranze che campioni già affermati. Per carità solo una impressione legata agli avvenimenti.

Icardi, Totti, Mertens ed ora Ronaldo? Non si addice al tecnico di Certaldo. L’impressione è che Luciano sia uno di quegli insegnanti da Accademia che non va tanto per il sottile. Impone una sua regola.Democrazia e dialogo non tanto per Luciano. Della serie se sbaglio, sbaglio io. Dopo Empoli prese per se tutte le colpe e sulle spalle il peso del fallimento. Luciano è cosi. Accetta ed accentra.

È inevitabile che il top manager deve essere capace di mediare più del leader solitario. Il top manager è costretto in molte occasioni a scendere da un suo personale piedistallo e confrontarsi. Esempio bellissimo è il signor Ancelotti. Allenatore dell’anno 2022 per la Uefa. Bellissimo il gesto di Re Carlo che in semi finale Champions, in difficoltà, apre un siparietto di confronto tecnico tattico con Kross e Marcelo.E la partita la vince. E non solo. Si dirà, facile discutere con Kross e Marcelo meno con chi sta crescendo. Abbiamo tutti quest’anno l’opportunità di crescere. Allenatore, squadra, società, stampa e tifoseria. Opportunità più unica che rara e da non farci scappare. Ronaldo verrà o non verra’ ci ha fatto pensare ed è questo che fanno i campioni. Pensano e fanno pensare.

Giovanni Chiaravalle