Gianni Improta, ex calciatore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Vikonos Web Radio/Tv, nel corso della trasmissione ‘Febbre 90‘. Ecco le sue parole:
“Il gol di Kvara mi ricorda quello di un certo Improta… uno con la maglia del Napoli alla Fiorentina, con finta e controfinta, nel 1971-72, un altro quando ero al Catanzaro nel ’78-79, a Bergamo proprio contro l’Atalanta. A parte tutto, ho avuto il piacere di giocare nel torneo anglo-italiano contro Best, Kvara me lo ricorda molto. Ma devo dire che il georgiano somiglia molto anche a Claudio Sala, questo ragazzo sta facendo cose incredibili: la grandezza sua e di Kim è stata nell’essersi inseriti d’incanto in un contesto collaudato portando fisicità e qualità, vediamo fare loro certe cose alle quali non eravamo abituati”.
Improta Ha inoltre evidenziato
“Insigne, ad esempio, è un grande calciatore, ma non aveva questa dirompenza nel puntare l’avversario. Penso al gol contro l’Atalanta, con Kvara circondato da sette giocatori. Ma al di là del gol meraviglioso, invito a riflettere su una cosa: quando attiri su di te tanti giocatori, automaticamente vuol dire che gli altri sono liberi. Ecco, lui fa la differenza anche in questo”.
“Spalletti del resto conosce le caratteristiche dei suoi giocatori, lui migliora i singoli ed ha avuto anche l’input da parte degli addetti ai lavori a sbagliare di meno. Luciano sta dimostrando di essere uno dei più bravi allenatori in Europa”.
“In Champions gli azzurri sono ad un passo dalla storia e come li abbiamo visti concentrati con l’Atalanta, altrettanto li vedremo mercoledì. Se mettono la stessa intensità ci sarà una goleada, quando è in giornata il Napoli non ce n’è per nessuno. Dico di più: i partenopei arriveranno fino in fondo, vediamo in finale che succede. L’unica cosa che posso dire è ai tifosi: si chiariscano con la società, stiamo vivendo un’annata strepitosa, mettiamo da parte certe diatribe, il nostro calcio è stato sempre diverso dalle altre”.
“Questo è il Napoli più forte di sempre? Oggi ci sono più momenti tattici e fisici, questo Napoli e quello di Diego sono due squadroni certamente, questo qui forse è stato perfezionato come sistema di gioco, è il calcio che cambia e ti fa fare certe cose, ma chi faceva parte di quel Napoli era incredibile”.
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