Sembra che il Napoli abbia finalmente scelto l’erede di Kvaratskhelia, nonostante bisogna triangolare gli interessi di ben tre parti affinché l’affare Allan Saint-Maximin possa concretizzarsi: tra l’Al-Ahli (che ne detiene la proprietà del cartellino) e la società partenopea c’è già l’accordo, mancherebbero solo i dettagli. A mettersi di traverso, il Fenerbahçe, che lo ha avuto in prestito finora, sostenendo il peso dell’ingaggio. Forse i turchi si aspettano una sorta di risarcimento, visto che nell’operazione complessiva da 4 milioni di euro rientrano l’indennizzo per i sauditi, oltre ai sei mesi residui di ingaggio garantiti al giocatore. Ovviamente, è corsa contro il tempo, non sarà facile trovare la quadra in un lasso di tempo così breve. Nondimeno, se Manna dovesse davvero riuscirci, a quel punto nessuno potrebbe non applaudirlo. Perché il francese originario della Guadalupe è sicuramente un giocatore divertente da guardare.
Talento giovanile da predestinato
Dopo l’esordio in Ligue1 con la maglia del Saint-Étienne, poco più che 16enne, viene acquistato dal Monaco e subito girato in prestito, prima in Bundesliga, all’Hannover. Quindi continua il suo apprendista al Bastia, anche grazie alla fiducia accordatagli dall’allenatore, Leonardo Jardim, mette in mostra una fisicità brutale, associata all’esplosività nel primo passo, che gli consente di creare pericoli andando in progressione col pallone, in campo aperto. Peccato che poi gli indicatori statistici ne dimostrino le lacune in funzione del gioco collettivo: tanto istinto nel disordinare le difese avversarie, aggredendo continuamente lo spazio, ma una conoscenza tattica appena abbozzata.
Mentre lo mettono nei primi posti in tutte le classifiche individuali, tra cui i dribbling riusciti: il 20enne con almeno 650 minuti giocati in campionato che ha dribblato di più, saltando l’uomo 4.55 volte ogni 90 minuti. Ritenuto troppo acerbo dal club del Principato, dove – va sottolineato – aveva comunque la concorrenza di Bernardo Silva, Martial e Mbappé), viene venduto al Nizza per 10 milioni. Sulla Costa Azzurra fornisce risposte talmente adeguate a chi metteva in dubbio avesse margini di miglioramento, da meritarsi un contratto milionario col Newcastle.
Contraddittorio in Premier
Magari i tifosi partenopei se lo ricorderanno nei preliminari di Champions League, agosto ’17, quando la squadra di Sarri regolò con un secco 2-0 casalingo il Nizza di Favre. Quella sera venne schierato da seconda punta all’interno di un sistema decisamente prudente e conservativo. L’idea era quella di difendersi bassi col 5-3-2, compattare le linee e congestionare il centro. E dopo ripartire in transizione. Una strategia poco funzionale a sfruttare le caratteristiche di Saint-Maximin, che infatti cercò di farsi vedere, tagliando con frequenza verso la fascia destra, alla disperata ricerca del giusto timing per posizionarsi alle spalle di Hysaj. Ma finendo puntualmente nelle grinfie del terzino albanese.
Ancora oggi, dopo quattro stagioni in Premier, e le esperienze contraddittorie nella Saudi Professional League ed in Turchia, sussiste la sensazione che gli sia mancata la scintilla per soddisfare le aspettative giovanili. Quel quid capace di trasformarlo da diamante grezzo, predestinato a convertire le potenzialità da talento offensivo, in reale top player. Diciamolo subito chiaramente: dribblare è (quasi) l’unica cosa che sa fare, al contrario di gol e assist, che invece latitano clamorosamente. Perciò s’è conquistato la poco agognata etichetta di poco concreto sottoporta.
Cosa può dare Saint-Maximin al Napoli
La specialità della casa è da sempre il dribbling, strumento affilatissimo, con cui apre spazi che pare non esistano e veda soltanto lui. Ma se l’avversario diretto fatica ad andargli dietro, forse è proprio il suo stile di gioco ipercinetico a complicargli oltremodo la vita, poiché lo fa arrivare all’ultimo passaggio scarico – o peggio, senza alcuna fantasia -; dunque impreciso. Mandandolo a sbattere contro gli altri difensori.
Insomma, cosa aggiungerebbe al Napoli attuale Saint-Maximin?
L’azione che esemplifica meglio qualsiasi altra descrizione rimane quella in cui, isolandosi sul lato mancino del campo, conduce col destro, minacciando di rientrare rapidamente all’interno del campo appena ne scorge l’opportunità. Forza nelle gambe, abilità nel proteggersi con l’aiuto del corpo. La frequenza nel rapporto piede-palla, tocchi sensibili a spostarla ed accarezzarla, sono tutti funzionali a bruciare il dirimpettaio, garantendogli la possibilità di risolvere a suo favore ogni situazione di uno vs uno con sterzate ubriacanti e stop-and-go.
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