A una settimana dall’inizio del campionato il Napoli fa le prove generali. La fallimentare stagione scorsa, chiusa al decimo posto in classifica, lascia in dote agli azzurri l’obbligo di ripartire dai 32esimi di Coppa Italia. C’è il pienone, al “Maradona”, per l’esordio ufficiale di Antonio Conte sulla panchina della squadra partenopea, contro il Modena. Vediamo com’è andata…

Meret: 7

La vita all’ombra del Vesuvio dell’Airone è costellata da grandi parate, nonché da qualche errore marchiano. Specialmente coi piedi. I tifosi del Napoli conoscono bene questa parte della storia. Ma per il friulano l’ostracismo di parte della critica diventa ogni giorno che passa una sorta di ironico sberleffo. In particolare, nei confronti di chi si ostina a ritenerlo inadeguato a difendere la porta degli azzurri. Dissacrante come ipnotizzi Battistella e Zaro dagli undici metri, confermando di essere degno di una squadra ambiziosa, con velleità di altissima classifica.

Di Lorenzo: 6,5

Innegabile come il capitano sia stato bravo a riciclarsi in qualità di braccetto. Un ruolo per niente semplice, che interpreta in chiave moderna. Difendendo discretamente e riproponendo quarti di nobiltà pure quando partecipa alla fase di possesso. Merita di riscattarsi agli occhi della gente, che l’ha accusato di scarsa personalità nella fallimentare annata post scudetto, dimostrando di essere quello di sempre. Il Napoli si aggrappa alla sua voglia di rivalsa per vivere vibrazioni positive.

Rrahmani: 6

Si muove già bene al comando della retroguardia, gambe celeri e reattività. Dal centrale un po’ confuso sotto la gestione Garcia, Mazzarri e Calzona a quello solido e attento visto stasera passa un abisso, altro che qualche mese.

Buongiorno: 6,5

Mancava alla retroguardia uno con la sua struttura fisica, che gli consente di resistere nel corpo a corpo, assorbendo senza scomporsi urti e sportellate. Ovviamente, non siamo solamente in presenza di un freak atletico. Ma di un difensore che ha impressionato per la pulizia tecnica.   

Mazzocchi: 6

Del ragazzo originario di Barra si è parlato molto in questo periodo. Del resto, le sue prestazioni durante la preparazione e le amichevoli hanno impressionato positivamente Conte, che ha deciso di affidargli una maglia da titolare. Laterale di gamba, sembra correre per sé ed i compagni. Non salta l’uomo in virtù di fondamentali fuori scala. Ma gestisce le sovrapposizioni con forza. Almeno nel primo tempo. Non trascura la fase difensiva.

(dal 72’ Ngonge: s.v.)

Fumoso, sterile. Sostanzialmente improduttivo.

Anguissa: 6,5

Gioca in una posizione per lui insolita, interno in una coppia di mediani, lui che è abituato a esprimersi compiutamente da mezzala. Conte lo vuole maggiormente al servizio della squadra. Ed il camerunese si cala nella parte, garantendo un buon contributo di corsa e sacrificio.

Lobotka: 6

Senso della costruzione e capacità di servire i compagni con i tempi giusti. Lo slovacco non si smentisce mai. Sempre al centro del gioco, controlla spazio e tempo all’interno del rettangolo verde.

Spinazzola: 6

Schierato inizialmente come laterale mancino, stringe dentro il campo, scambiandosi spesso la posizione con Kvara. Segno che Conte sta esplorando questa specifica giocata, che esalta le abilità creative dell’ex Roma in una porzione di campo molto avanzata.

(dal 72’ Olivera: s.v.)

Entra per ridisegnare il Napoli sulle orme dal 4-4-2. Tuttavia, incide poco o nulla in fase di spinta.

Politano: 5,5

Conte pretende dagli offensive players che stazionano sulla trequarti di prendere in mano il gioco del Napoli. E Matteo cerca di accontentarlo, mettendo in mostra le sue tradizionali armi: conduzione palla al piede, e dribbling nello stretto. Cerca fortuna attraverso dinamismo e soluzioni nell’uno contro uno. Gli manca la brillantezza, che ne pregiudicano l’efficacia.   

(dal 86’ Cheddira: 6)

Garbage time ed un rigore calciato in modo ignobile.

Kvaratskhelia: 6,5

Uomo copertina: regala lampi di classe, giustificando gli entusiasmi del pubblico, pur essendo solo calcio d’estate. Sperando che sia di buon auspicio per il prosieguo. C’era grande curiosità sulla zona che avrebbe occupato. Si muove principalmente nella trequarti altrui, con licenza di muoversi soprattutto all’interno del campo, alle spalle della prima punta. Anche se non disdegna il classico lavoro da esterno mancino. Che gli permette di convergere sul piede forte e calciare verso la porta. Il georgiano è già convincente.

Raspadori: 5

Interpreta in maniera imperfetta il ruolo di centravanti, lui che per indole e caratteristiche rimane una seconda punta naturale. Ormai le sue prestazioni calano con indicibile costanza. A penalizzarlo oltremodo, il dover giocare proprio troppo vicino alla porta. Ma negli ultimi sedici metri manca di leadership, letture e personalità.

(dal 65’ Simeone: 6)

Appena entra, si piazza là davanti e almeno garantisce presenza fisica, pur non producendo alcunchè di veramente pericoloso.

Allenatore Conte: 6

Per il tecnico salentino i segnali che portano all’esordio in campionato sono stati non tutti incoraggianti. Certo, l’approccio alla Coppa Italia non poteva essere derubricato a mera presentazione della squadra ai tifosi. Bensì un assaggio di quello che sarà presumibilmente il nuovo Napoli. In effetti, è stato un collaudo ricco di spunti critici. Che comunque non deve trarre in inganno, suscitando euforia eccessiva. Nel bene e nel male. Perché manca come l’acqua per un assetato il centravanti che assicura la profondità e allunga le squadre avversarie. Nondimeno, l’allenatore ha potuto toccare con mano la tenuta tecnica e mentale di alcuni elementi chiave. Su tutti, i reduci della scorsa stagione, pronti a rilanciarsi dopo un annus horribilis. Ma bisogna continuare a lavorare, senza farsi prendere dal panico. Con la consapevolezza che mancano ancora delle cose. E vanno sistemate a breve termine.

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