Nel gettare le basi per il Napoli della prossima stagione, sembra che uno dei nodi principali da sciogliere tra Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis sia legato al portiere. Un ruolo delicatissimo, che non ammette dualismi prolungati. Una situazione insostenibile a lungo andare, capace di generare solamente scontento tra i “duellanti”.

Spalletti ha le idee chiare

Pare, dunque, che l’allenatore di Certaldo abbia scelto il suo titolarissimo. E chiesto esplicitamente al presidente la conferma di David Ospina. Il colombiano va in scadenza a giugno, eppure la società nicchia all’ipotesi di rinnovargli contratto.

Ovviamente, le considerazioni che fa il management azzurro su El Patrón non sono subordinate a valutazioni di tipo strettamente tecnico. E’ innegabile, del resto, il surplus in termini di rendimento altissimo che Ospina ha garantito alla squadra.

Senza trascurare poi la personalità palesata fuori e dentro il campo. Qualità tutt’altro che trascurabile, visto quanto emotivamente debole sia stato talvolta lo spogliatoio quest’anno.

I soldi c’entrano poco

Qualcosa non torna, quindi, nell’immobilismo del club partenopeo. Il motivo, tuttavia, esiste ed è reale.

Presumibilmente influenzato non tanto da problemi di natura economicamente. Infatti, nonostante la proprietà sia fortemente intenzionata a tagliare drasticamente il monte-ingaggi, la cifra chiesta da Ospina potrebbe pure non cozzare con i nuovi parametri imposti da Adl. Visto che l’estremo difensore chiede almeno la conferma dell’attuale vincolo. Cioè, 2 milioni netti di ingaggio.

E’ proprio a questo punto che la situazione si ingarbuglia (quasi…) irrimediabilmente.

Sostanzialmente, la principale causa ostativa a un nuovo matrimonio calcistico tra il Napoli e Ospina è legata a presupposti meramente fiscali.

Su Ospina pesa lo sgravio

In effetti, quando Giuntoli lo prese dall’Arsenal, il “Decreto Crescita” prevedeva per chi entrasse in Italia, dopo almeno due anni all’estero, un regime agevolato. Con tassazione al 50% rispetto ad uno stesso lavoratore, che invece fosse già sul nostro territorio.

In soldoni, per almeno due anni la norma ha garantito un notevole beneficio al bilancio d’esercizio della società partenopea, che ha versato all’Erario la metà di quanto avrebbe dovuto per un giocatore italiano, o acquisito all’interno di una trade con un’altra squadra del nostro campionato.

In definitiva, la volontà di disincentivare gli sgravi concessi finora a chi non avesse la residenza fiscale nell’ultimo biennio in Italia, sta producendo paletti più stringenti per le società.

Innanzitutto, sulla scelta di come vada risolto concretamente il dualismo tra Ospina e Meret

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