Trattenere Osimhen o lasciare che le big di Europa si azzannino per contendersi la pantera snella nigeriana. Che fare? Come dovrebbe ragionare De Laurentiis?
Che dire, il calcio è un circo e lo show vuole i migliori giochi. La gente non si accontenta dei gladiatori, in certe città lo stadio è ancora arena. Raffinata, ricca, sfarzosa, con ogni cosa si desideri, dal cibo ai regali. Lo stadio è un centro commerciale tematico. Per far sì che ciò continui, davanti a offerte moster, ci sarà poco da fare. Bisognerà pensare al futuro, al bilancio, alla società ed alla prospettiva.

De Laurentiis lo ha imparato. Non si farà fregare una seconda volta.

Non tratterà, rinnovando a suon di milioni. Ha imparato che i soldi non possono vincere il lusso europeo di alcune fortezze. La gallina dalle uova d’oro Napoli, il Napoli 5.0 del 2023, ha una sola via di opera. Proporre, attendere contro valutazione e nel caso cedere senza alcun braccio di ferro. Non serve a nessuno. Gli interessi devono combaciare. Tenere, forzatamente in squadra un calciatore che sebbene campione d’Italia e tra i primi 8 internazionali, desidera, giustamente, altri palcoscenici, sarebbe controproducente per la squadra, l’azienda e l’intero ambiente.

D’altronde è stato più che evidente nella stagione in corso. Il motore, la forza propulsiva del progetto Spalletti, è stato proprio il comune interesse. Intento unico e condiviso. Tutti sulla stessa linea di partenza, nessun campione fatto e “finito”, nessun uomo a fine ciclo ed amareggiato di tanti mezzi passi falsi.
Spalletti in Lobotka, Osimhen, Kvaratskhelia, Anguissa ed altri, ha trovato la fame della ribalta. Quella sensazione di essere all’occasione della vita, quella che ti cambia carriera, prospettiva e futuro.
Osimhen è destinato a partire. Da vincente di lusso e storico.
Non sarà lo stesso trauma vissuto con Higuain, abbiamo imparato.