Per indole, il Napoli tende ad offendere sfruttando moltissimo il gioco in ampiezza. Ovviamente, a seconda dello schieramento della controparte, gli azzurri scelgono come e quando determinare lateralmente.
In questo senso, la contemporanea assenza di Insigne a Politano, con Inter e Spartak Mosca, ha privato i partenopei del cuneo che aveva permesso loro di spaccare in due l’assetto difensivo degli avversari, incrinandone la compattezza.
E’ innegabile che finora la squadra di Spalletti abbia costruito le sue fortune a sinistra. Dove il Capitano ha continuato ad agitare gli incubi altrui con il cambio di gioco. Il tradizionale movimento a stringere, funzionale ad esplorare poi il lato debole.
Sul versante opposto, invece, era riuscito ad arrivare con una certa facilità in area grazie alle connessioni interne di Politano.
Alle spalle agiscono Mario Rui e Di Lorenzo, che proprio grazie allo spazio creato dai compagni, sono diventati decisivi.
Che iattura quelle fasce
Tuttavia, come confermano le due sconfitte consecutive incassate dal Napoli, talvolta chi affronta gli azzurri riesce ad adattarsi a questa conformazione tattica. Scovando le giuste contromisure.
Paradossalmente, la volontà di mandare in crisi la difesa a 3 predisposta da Simone Inzaghi e Rui Vitoria, inizialmente pensata per sfruttare la superiorità numerica in fascia, ha finito per svantaggiare la squadra partenopea.
Teoricamente, infatti, Spalletti avrebbe voluto prendere in mezzo i “quinti” a tutta fascia nerazzurri. Nonchè i terzini russi, costringendoli a scegliere se rimanere bassi in copertura, piuttosto che salire in pressione.
Ma Perisic ha aggredito molto alto Di Lorenzo, in quanto si sentiva adeguatamente tutelato da Bastoni, che si staccava dalla linea dei centrali, per occuparsi di Lozano. Mentre Ranocchia prendeva in consegna le ricezioni centrali di Zielinski e Skriniar marcava Osimhen.
Discorso analogo nel gelo moscovita. Specialmente Moses ha letteralmente mangiato alle spalle di Mario Rui. Costringendolo ad un atteggiamento passivo al cospetto di un’ala classica, abituata a far progredire l’azione sulla base di una reale superiorità fisica rispetto al portoghese.
Il Comandante vorrà approfittarne
In ogni caso, scoperto quanto il Napoli possa farsi influenzare sugli esterni, sia in positivo che in negativo, adesso bisogna pensare alla Lazio.
Scontato che l’approccio di Sarri si orienterà a produrre calcio attraverso le catene: Lazzari–Felipe Anderson e Hysaj–Pedro, in ossequio ai principi del gioco posizionale cui ha sempre abituato le sue squadre.
Una dottrina che si basa sul concetto chiaramente non banale di compiti e funzioni. Anziché fondarsi sugli stereotipi che vincolano le posizioni da occupare in campo alla tipicità dei ruoli.
La partita contro il Comandante, dunque, potrebbe rappresentare uno spartiacque fondamentale per il prosieguo della stagione partenopea, poiché occorrerà garantire una prova solida e concreta. Riscoprire quella intensità fisica ed emotiva che aveva accompagnato il giudizio lusinghiero sul Napoli fino alla scorsa settimana.