Igor Tudor sembra sempre più vicino ad essere l’allenatore del Napoli, infatti dopo l’incontro avuto ieri con De Laurentiis a Roma nella sede Filmauro sembra si sia convinto ad accettare l’offerta del patron azzurro di un contratto di 7 mesi, fino al 30 giugno 2024, con opzione in base ai risultati sul secondo anno.

Sta per terminare quindi l’era di Rudi Garcia al Napoli, probabilmente mai entrato nei cuori di calciatori e tifosi, oltre che non aver dato un’identità di gioco a questa squadra, che è passata da Campione d’ Italia ad una squadra sfilacciata e senza idee. L’ultima sconfitta in casa contro l’Empoli ha fatto davvero saltare il banco correndo ai ripari per rimettere in piedi una stagione fin ora compromessa.

Adl, ricordiamo, aveva già contattato Tudor in passato, dopo un no di Conte, ma era solo un sondaggio e si scelse poi Garcia, oggi esonerato. Ma a andiamo a conoscere nel dettaglio la carriera da tecnico del Croato.

Igor Tudor, spicca il volo subito

Tudor ha chiuso la carriera da calciatore nell’Hajduk Spalato e proprio l’Hajduk gli ha affidato, nel 2013, la panchina da primo allenatore, vincendo subito una Coppa di Croazia. Poi diverse esperienze senza troppi acuti, come quella alla guida del Galatasaray, prima del ritorno in Italia, chiamato dall’Udinese. Ingaggiato due volte a stagione in corso, riesce sempre a salvare i friulani. Ma quando nel 2019/20 parte dall’inizio finisce per essere esonerato a novembre.

A Verona addirittura si sogna la qualificazione in Europa, con quei tre lì davanti – Caprari, Barak e Simeone– che segnano a raffica. A Napoli potrebbe riabbracciare il Cholito, che con l’allenatore croato ha dato il meglio di sé: 17 gol in 35 presenze. Accantonato da Garcia, l’argentino tornerebbe sicuramente ad avere un ruolo importante – anche se non centrale per via della presenza di Osimhen – con Tudor.

Igor Tudor continuerà il 4-3-3?

In estate, in seguito all’addio di Spalletti, De Laurentiis ha fortemente voluto un allenatore che portasse avanti lo stesso sistema di gioco adottato dall’allenatore di Certaldo, il 4-3-3. In tanti hanno rifiutato la panchina del Napoli scudettato: da Luis Enrique a Thiago Motta e, alla fine, la scelta è ricaduta su Garcia.

Nel corso delle sue esperienze in Italia e all’estero, il tecnico croato ha adoperato diversi moduli, in particolar modo il 3-4-2-1, un assetto tattico che – almeno sulla carta – non sarebbe congeniale alle caratteristiche dell’organico azzurro. Più volte, però, il tecnico di Spalato ha fatto ricorso a canovacci tattici con la difesa a quattro, anche il 4-3-3, modulo che ha caratterizzato il gioco del Napoli in queste ultime stagioni.

Moduli a parte, quello che ha sempre contraddistinto le squadre di Igor Tudor sono stati agonismo e pressing alto: con il croato in panchina gli azzurri potrebbero tornare ad aggredire l’avversario per recuperare la sfera in attacco e cercare il gol con pochi passaggi in velocità.

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