Mentre dalle parti di Castel Volturno il Napoli prepara il match contro la Roma, crocevia delle rinnovate ambizioni stagionali, i bookmakers credono talmente tanto nel ritorno di Maurizio Sarri all’ombra del Vesuvio, da far letteralmente crollare la quota della scommessa sulla prossima panchina che occuperà l’allenatore toscano.
Soltanto un mesetto fa, infatti, la clamorosa ipotesi veniva bancata a 7,50. Oggi, invece, è scesa addirittura a 2,50.
E’ ovvio che, al di là di qualsiasi speculazione, l’impressione che la società voglia in ogni caso cambiare guida tecnica l’anno che verrà appare sin troppo evidente.
In altra parole, che centri o meno l’obiettivo prefissato in accordo con la dirigenza partenopea, ovvero porti la squadra in Champions League oppure non riesca nell’impresa, Gattuso saluterà comunque Napoli.
Futuro roseo o funesto, questo il nodo da sciogliere
Presente e futuro si intrecciano, quindi, costringendo presidente e direttore sportivo a battere strade alternative. Tentando di progettare una strategia funzionale a scegliere il “manico” più adatto, senza, tuttavia, conoscere il palcoscenico dove si esibirà il Napoli.
Un conto è partecipare alla Champions. Tutt’altro, doversi accontentare dell’Europa League. Trascurando, almeno finora, la malaugurata ipotesi di rimanere con il becco asciutto, mancando pure il paracadute garantito dalla sorellastra delle Coppe Europee. Una parente povera e bistrattata un po’ da tutti. Ma all’atto pratico, capace di fare da ancora di salvezza. Tanto ai bilanci societari, quanto ai sogni di grandeur dei calciatori.
Il casting per selezionare chi dovrà accomodarsi sulla panchina del Napoli dopo Ringhio, dunque, sembra idealmente già iniziato. E prevede, in ordine sparso e casuale, una certa tipologia di allenatore.
A seconda anche delle preferenze del management. Giuntoli un tentativo per convincere Allegri della bontà del progetto, specialmente facendogli balenare la Coppa dalle Grandi Orecchie come succosa calamita, lo farebbe volentieri.
D’altronde, la toscanità è un ingrediente saporito, che accomuna l’ex condottiero della Juventus ed il diesse partenopeo. Max ormai è in stand by dal 2019: probabilmente sente l’esigenza di dar vita ad una nuova avventura professionale, idonea a rilanciare il suo sorriso beffardo sul palcoscenico del campionato.
Sia ben inteso, semprechè gli pervenga una proposta tale da supportarne le elefantiache aspettative. Sostanzialmente idonea a stimolarne l’ego smisurato, calcisticamente parlando.
A stuzzicare De Laurentiis, al contrario, una vecchia fiamma mai dimenticata: quel Rafa Benitez che gli trasmette un mucchio di sicurezze. Conoscendone abbondantemente virtù pedatorie e pazienza biblica nel tollerare l’insopportabile, senza palesare pubblicamente alcun mugugno o faccia storta.
Il nuovo che avanza, per un Napoli da rifondare
Se poi, malauguratamente, dovesse andare tutto in malora, a quel punto la proprietà si vedrebbe costretta a ridimensionare i programmi a breve termine. Puntando su un allenatore di prospettiva con cui crescere assieme. Aumentando progressivamente, ma costantemente, l’asticella delle ambizioni comuni.
I nomi sono sempre gli stessi: Roberto De Zerbi e Vincenzo Italiano. Tecnici molto preparati, che hanno ottenuto eccellenti risultati, parametrandoli a realtà di seconda fascia come Sassuolo e Spezia.
Forse Juric è un pochino attardato rispetto al nuovo che avanza, semplicemente perché gioca a tre dietro. Un brocardo tattico, che non gli impedirebbe di orientare il “nuovo” Napoli verso orizzonti votati alla concretezza, mista a eleganza armoniosa.
Sullo sfondo dei soliti noti, aleggia sempre lui: l’uomo in tuta, ruvido e scontroso. Quello così abile nel riassumere aspetti apparentemente contrapposti del suo carattere, da ammaliare un popolo, a caccia di un Comandante cui affidarsi, per assaltare il Palazzo.
Un tentativo di ribaltare i canoni della Serie A, passando dal pragmatismo del risultato ad ogni costo, alla chimerica Estetica Trascendentale. E dopo affascinare Abramovič ed Andrea Agnelli.
Nondimeno, occhio alle sorprese, all’ordine del giorno con ADL. Un uccellino suggerisce a mezza voce di tener da conto Paulo Fonseca…
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