Mourinho ha chiesto espressamente di rimanere a Roma. Quasi ha “pregato” la dirigenza.
Nelle sue parole, per la prima volta nella carriera dello special one, una chiarissima Volontà.
“Voglio rimanere con questi ragazzi. Tra Bene e Male”.
Valorizzazione della Identità romanista.
La Roma è dei Romani, sentirete dire in città.
Lo si era visto evidentemente qualche anno fa con Ranieri ancor prima con Mazzone.
Si chiama Identità e nello sport anche di altissimo livello, conta e tanto.
Francesco Totti, rifiutando il Real Madrid, i soldi ed i titoli, per Amore della città, ne è diventato ottavo Re.
Bruno Conti, Di Bartolomei, Giannini, Totti, De Rossi ieri, oggi Mancini e capitan Pellegrini.
Chiamalo come vuoi cuore, desiderio, appartenenza. Mille sono i termini che si possono utilizzare.
Per chi si occupa di Pedagogia dello Sport, si chiama Identità.
È quello che rende un gruppo una squadra. È una prerogativa alta e che si costruisce.
Quanti Napoletani giocano nel Napoli?
Quanti negli ultimi 20 anni?
Uno, Insigne e lo abbiamo criticato in ogni dove.
Riflettiamo.
Tornando a Roma e a Mourinho, aggiungi uno stadio che da tre anni si riempie con sessantamila presenze ed avrai il fattore Identità.
È quella “cosa” che si costruisce attraverso lo sguardo ed il complimento di chi ti sostiene.
È quella “cosa” che ti fa vedere in campo gente come Dybala e Lukaku.