La sosta per le Nazionali non ha fatto altro che acuire l’attesa per il big match di domenica sera tra Napoli e Milan.

All’ombra del Vesuvio possono tirare un bel sospiro di sollievo, perché dopo oltre un mese fermo ai box, a Castel Volturno, si rivede nuovamente in gruppo Giacomo Raspadori. Una bella notizia, visto che era da metà febbraio che l’ex Sassuolo non si allenava assieme ai compagni.  

Di ben altro tenore la ripresa dalle parti di Milanello. L’infortunio al polpaccio subito da Kalulu con la Francia Under 21 obbligherà Stefano Pioli a rivedere i suoi piani in ottica formazione. Il tecnico dei rossoneri, probabilmente, tornerà all’antico. Optando per una linea a quattro, rispetto alle ultime uscite, caratterizzate da un assetto difensivo maggiormente coperto, con i tre centrali.

Spazio quindi a Calabria e Theo Hernandez sui lati. Mentre l’assenza forzata di Kalulu innesca il ballottaggio tra Kjaer e Thiaw per completare il reparto, al fianco di Tomori

Mediana di lotta e governo

Al di là degli uomini cui affiderà una maglia da titolare, è prevedibile che la strategia del Milan possa fortemente orientato nella metà campo degli azzurri. Magari affrontando il 4-3-3 della capolista con un 4-2-3-1 che consenta ai rossoneri di pressare in avanti.  

Del resto, la squadra di Spalletti tenta sempre di dominare il gioco attraverso il possesso. Una gestione qualitativa del pallone, che passa per la tipica volontà di sottrarsi all’aggressione e riaggressione altrui.

Un calcio funzionale a esaltare le caratteristiche dei centrocampisti partenopei, abili in situazione di lotta e governo. Lo scenario ideale per costruire da dietro con Lobotka, supportato dalla costante rotazione delle mezzali, che porta, a turno, Anguissa o Zielinski ad abbassarsi, per collaborare con il pivote.

Il piano gara immaginato da Pioli per disinnescare la fase di impostazione prevederebbe dunque di accorciare sul portatore ed i potenziali riceventi: Saelemaekers e Leao si alzano su Olivera e Di Lorenzo, mentre Giroud e Brahim Díaz “fissano” la retroguardia di casa.

Centrali responsabilizzati

Il Napoli potrebbe lavorare comunque in superiorità numerica, eludendo la pressione proprio con Lobotka, oppure Kim e Rrahmani.

Ovviamente, a determinare la giocata saranno le contrapposizioni che di volta in volta si creeranno. Se il metodista è marcato, uno dei due centrali difensivi sicuramente avrà libertà di condurre. Al contrario, qualora Giroud e Brahim Díaz scivolassero fino al limite dell’area azzurra, allora a garantire la rifinitura della manovra ci penserà lo slovacco.  

Il principio rimane quello di muovere continuamente sul corto la palla avanti-dietro, con efficacia e senza mai forzarla, attirando l’uscita degli avversari. E dopo aver guadagnato terreno, sfruttare il lato debole per indirizzare il gioco alle loro spalle, andando negli spazi.

Sempre che, sia ben inteso, l’atteggiamento tattico del Milan non sia improntato a letture ultraoffensive. Con Bennacer o Tonali assai propositivi nell’accompagnare l’aggressione del quartetto d’attacco.  

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