Gianluca Gaetano era tornato a Napolipieno di aspettative. Dopo la promozione con la Cremonese gli era stata prospettata l’idea di un utilizzo immediato nel gruppo di Luciano Spalletti.
Ingolosito dallo status di giocatore dominante in cadetteria, il talentuoso centrocampista cresciuto nel settore giovanile immaginava dunque di trovare un certo minutaggio nelle rotazioni dell’uomo di Certaldo.
Del resto, con i grigiorossi di Fabio Pecchia aveva palesato indubbie qualità, giocando da mezz’ala creativa in un sistema assai propositivo. Con più centrocampisti dall’indole spiccatamente offensiva – Luca Zanimacchia e Nicolò Fagioli -, in grado di garantire fantasia e palleggio. Oltre alla giusta dose di dinamismo e geometrie.
Cremonese ed Empoli in attesa
Invece, l’allenatore toscano l’ha relegato in fondo alla panchina, impiegandolo poco o nulla nelle amichevoli estive.
Insomma, tornato alla casa madre con un carico di speranze, adesso Gaetano pare diventato d’incanto uno dei tanti giovani aggregati per maturare un pizzico di esperienza con i “grandi”.
Se non addirittura un fastidio da risolvere quanto prima. Dal canto suo, Gianluca vuole sentirsi importante. Assumersi nuovamente l’onere della responsabilità di uno slot da titolare.
Il diesse della Cremonese, Simone Giacchetta, farebbe carte false per riabbracciarlo. Lo stesso dicasi per l’Empoli.
In questo scenario, quindi, urge ragionare assieme a Federico Pastorello, che ne cura gli interessi, circa la necessità di andare ancora in prestito, a caccia di maggiore spazio.
Gaetano vuole giocare
Questa situazione, tuttavia, suggerisce alcune riflessioni.
Innanzitutto, quanta poca considerazione si nutra nei riguardi dei giovani del vivaio partenopeo. In un momento storico particolare per la società, obbligata a fare i conti con un profondo ridimensionamento dei costi.
La seconda osservazione riguarda l’inadeguatezza della Serie B, inteso come campionato allenante per testare il reale valore dei calciatori al piano di sopra.
Abissali le differenze con la Serie A, a livello di ritmo e intensità, per considerare assolutamente veritiere le prestazioni da Top Player offerte sul palcoscenico dei cadetti.
Con tecnici del calibro di Spalletti, tendenzialmente poco propensi a concedere la fiducia a scatola chiusa, specialmente a chi ha l’etichetta di scommessa e non di solida realtà, sarebbe stato preferibile per Gaetano un tipo di apprendistato diverso.
In un contesto sì probante nella massima categoria, ma meno ambizioso rispetto al livello inseguito dal Napoli attuale.
Spalletti non lo vede
Purtroppo è una regola dei Top Club (o presunti tali…). Per ambire ad obiettivi di prestigio servono giocatori già pronti, il cui livello corrisponda all’importanza della posta in palio.
Una pretesa elementare, cui Spalletti, però, non intende rinunciare.
Magari avrebbe potuto dirlo subito che non lo “vedeva” neppure con il binocolo, piuttosto che nascondersi dietro diplomatiche dichiarazioni di circostanza sulla opportunità di osservarne le evoluzioni in ritiro. Manco parlasse dell’ultimo dei Primavera.
In definitiva, Gaetano è una risorsa di sicuro valore, destinato in futuro a diventare un punto fermo in maglia azzurra. In ogni caso, non quest’anno. E sicuramente non con Spalletti.
Fatti, non filosofia
Il fatto è che Lucianone, probabilmente, ha la consapevolezza di non avere tempo per gli esperimenti.
Alla fiducia nella rifondazione avviata dalla premiata ditta De Laurentiis–Giuntoli fa da contraltare l’ansia di misurarsi con una concorrenza che s’è terribilmente rafforzata.
Chissà che non senta pure un poco sua la responsabilità dello Scudetto buttato al vento la stagione scorsa.
Una colpa da cancellare con i fatti, e non filosofeggiando in conferenza stampa.
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