L’allenatore del Bologna è stato insignito della cittadinanza onoraria del comune emiliano. A riportarlo è il sito del comune stesso.

Dopo essere stato a lungo in cura all’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, il ct serbo Siniša Mihajlović è stato omaggiato della cittadinanza onoraria nella sala consigliare del comune bolognese.

Siniša Mihajlović è nato a Vukovar il 20 febbraio 1969. Calciatore e allenatore, è una delle figure più̀ importanti del calcio italiano. Dopo gli inizi nel Vojvodina e il felice biennio nella Stella Rossa di Belgrado, con cui vinse due scudetti, la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale, nel 1992 Mihajlović approda in Italia, nella Roma. Giocherà poi nella Sampdoria, nella Lazio e, infine, nell’Inter. Da giocatore, con squadre italiane, mette nella sua bacheca due scudetti (uno con la Lazio e uno con l’Inter), vince per quattro volte la Coppa Italia (due con la Lazio e due con l’Inter), tre Supercoppa Italiana, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Uefa (entrambe con la Lazio).

Si ritira dal calcio giocato dopo la stagione 2005-2006 e inizia la carriera da allenatore. Prima da vice all’Inter e poi approda a Bologna (2008-2009) per quella che sarà̀ la sua prima esperienza alla guida di una squadra di serie A. Prosegue ad allenare Catania, Fiorentina, la nazionale della Serbia, Sampdoria, Milan, Torino, Sporting Lisbona. Torna a Bologna all’inizio del 2019, dove attualmente allena”.

Questo è quanto riportato dal sito del comune di Bologna a cui si legge anche: “Il ritorno di Siniša Mihajlović a Bologna segna una svolta nel campionato di calcio dei rossoblù. Quando assume la guida del Bologna la squadra è vicina alla retrocessione: poi, protagonista di un’emozionante rimonta, il Bologna chiuderà al decimo posto. L’impronta di Mihajlović contribuisce a rilanciare il Bologna FC 1909 nel panorama calcistico nazionale. Il 13 luglio 2019, nel corso di una conferenza stampa, annuncia di aver contratto una grave malattia. In quell’occasione la società sportiva, e Bologna tutta, si stringe attorno al suo allenatore. Mihajlović inizia a lottare contro la malattia, ma non abbandona mai la squadra e i tifosi. Allena a distanza, facendo sentire la sua voce dall’ospedale e torna in panchina anzitempo. Se è vero che siamo alla ricerca di esempi da imitare, anche in un mondo sportivo spesso popolato più̀ da personaggi che da personalità, Siniša Mihajlović si è distinto come essere umano prima ancora che come sportivo o allenatore.

La scelta di vita e di continuità che Siniša ha mostrato è stata esemplare sotto ogni aspetto: sul campo e nell’affrontare la difficile sfida della malattia.
In tanti hanno trovato in lui un esempio vitale, di rigore e umanità, di rinnovata fiducia e di energia verso la vita quotidiana. Del resto la grinta di una squadra di calcio non è tanto diversa da quella di chi la guida. Per guidare i suoi giocatori, prima ancora degli schemi tecnici o dell’agonismo sportivo, Mihajlović ha scelto la via del quotidiano, del vivere – come lui stesso ha detto – un giorno alla volta, ponendosi microtraumi, e vincendo giorno dopo giorno la sua personalissima partita”.

Il ct serbo può ora godere di un altro titolo prestigioso e può continuare a contare sull’affetto dei propri tifosi che ormai vedono in lui una parte fondamentale della storia del Bologna.

Domenica 21 alle ore 15,00 allo stadio Renato Dall’Ara però ci sarà uno scontro molto importante per continuare il cammino della serie A: i rossoblù dovranno affrontare la compagine del Venezia.

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La carica dei tifosi ci sarà sicuramente. Siniša ora lo si può definire bolognese.