C’è una immagine iconica che rappresenta il momento in cui i tifosi del Napoli hanno avuto la piena consapevolezza di quanto fosse eccezionale – in negativo – la stagione post scudetto. E’ quella immortalata dai fotografi alla fine della partita contro la Roma: uno sconsolato Victor Osimhen, steso sul prato del “Maradona”, la schiena appoggiata al palo, come gesto di resa finale. Battere i giallorossi avrebbe significato rimare aggrappati strenuamente alla lotta per qualificarsi almeno all’Europa League. Dunque, quella maschera sfilata dal viso fotografa come nessun’altra i Campioni d’Italia che invece di risalire la corrente, depongono inesorabilmente le armi. E fa vibrare emotivamente l’animo dei napoletani. Toccando per l’ennesima volta i tasti di un campionato in cui gli azzurri troppe volte non hanno vinto partite che al contrario meritavano di portare a casa.
Ma questo è il calcio. E pur disputando una gara di profonda generosità, gli uomini di Calzona comunque hanno buttato via i tre punti. Probabilmente, non hanno avuto la lucidità nel difendere efficacemente nelle situazioni decisive a favore dei capitolini, bravi a capitalizzare i soliti errori della retroguardia partenopea. Del resto, per carattere e mentalità, un gruppo “vincente”, nel senso più intangibile del termine, si vede dal tipo di approccio a match del genere. In questo scenario da dentro o fuori, infatti, i giocatori dall’indole maggiormente competitiva si esaltano, caricandosi letteralmente la squadra sulle spalle.
Un po’ quello che ha tentato di fare Osimhen, entrato subito in ritmo, pur se non sempre supportato in modo adeguato. Nonostante i compagni ne conoscano a memoria lo stile di gioco. Specialmente le volte che gli veniva scaricato il pallone mentre era spalle alla porta, senza tuttavia accorciare, se non addirittura, andargli sopra. Con i centrocampisti che avrebbero dovuto inserirsi, oltre la posizione tenuta proprio dal centravanti, trascinandosi su e giù per il campo. Nondimeno, il numero nove azzurro può permettersi di giocare così perché ormai è il leader indiscusso all’interno di un attacco in cui le soluzioni offensive sicuramente non scarseggiano: decide lui lo spazio da occupare, piuttosto che il tipo di connessione stabilita con i compagni. In questo contesto tattico l’impatto del nigeriano è servito a dare una scossa al Napoli.
Insomma, attualmente tutto (o quasi…) il peso della prima linea ricade sulle spalle di Victor. Ecco quindi che il sentimento comune diffuso all’ombra del Vesuvio, la voglia di vedere i giocatori impegnarsi ferocemente, sudare la maglia, si riflette in particolare nei riguardi di Osimhen. Che avrà pure una valutazione di mercato a peso d’oro, ma conserva un’anima operaia o proletaria, che tanto piace ai suoi tifosi.
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