Meret: 6
Liberato dallo stato d’assedio mediatico di una certa critica avversa, l’Airone sembra vivere dentro le partite con calma e attenzione. Non deve dimostrare alcunchè. I padroni di casa non lo impensieriscono mai. E quando Agudelo trova uno spiraglio al 77’, non si lascia sorprendere sul primo palo. Poi attento su Krollis dalla distanza al 90’.
Di Lorenzo: 6
Non si sovrappone con la tradizionale personalità. Magari l’atteggiamento disperatamente individualista de El Chucky non gli ha permesso di spingere come sa. Rimane uno dei migliori esecutori del calcio spallettiano, nelle occasioni in cui sfrutta l’arma dei ribaltamenti, per cambiare fronte al possesso. Molto utile contro i liguri, che sostengono la loro fase difensiva sfruttando la compattezza dei blocchi. Sfiora il gol di testa sugli sviluppi di angolo al 10’.
Kim: 6,5
Ormai ha dato una precisa fisionomia alla retroguardia. Decisivo nel trasmettere tranquillità ai compagni di reparto. Non concede occasioni di rilievo a Shomurodov. Essenziale nell’interpretare il ruolo di leadership tecnica ed emotiva. Monumentale, alla mezz’ora, nel mettere ben tre pezze consecutive ad un suo stesso errore nell’impostazione; intercetti degni di un linebacker della NFL.
Rrahmani: 6,5
Cura con una facilità impressionante Shomurodov quando finisce nella sua zona di competenza. Inoltre, maneggia il pallone sin dalla prima costruzione, passando con calma tra le maglie della pressione voluta da Gotti. Intelligenza e coraggio ne caratterizzano le azioni quando rompe l’allineamento difensivo e si aggancia a Verde o Agudelo. Un intervento in recupere con chiusura tempestiva della diagonale vale praticamente una stoppata da basket.
Mario Rui: 6,5
In fase di costruzione fa da contraltare al capitano sul lato opposto del campo, salendo e allineandosi alla mediana, così da dare una ulteriore linea di passaggio a Lobotka. Un modo per favorire contemporaneamente Zielinski dietro Esposito e Kvaratskhelia isolato in fascia, in grado di ricevere fronte a Amian e puntarlo.
(dal 73’ Olivera: s.v.)
Svolge il compitino con solerte applicazione.
Anguissa: 6,5
Uno degli ingranaggi più importanti della mediana partenopea. Fondamentale per portare il Napoli dalla trequarti difensiva a quella offensiva. Specialmente durante le fasi di attacco posizionale, inserendosi nello spazio tra Bourabia ed Esposito. In ogni caso, sempre attenti nell’assorbirne le scorribande. Un tipo di movimento quasi indifendibile contro il camerunese, che trae vantaggio da forza fisica associata ad abilità tecniche.
Lobotka: 6,5
La scialuppa di salvataggio cui si affidano gli azzurri per navigare nel mare magnum del pressing; l’unica arma a disposizione dello Spezia per controbattere la costruzione bassa dello slovacco. Una marcatura a uomo, alternandogli addosso Verde o Shomurodov, funzionale a schermarne le linee di passaggio, non certo originale quest’anno. Ma sicuramente efficace per tentare di sottrarre il pallino del gioco dai piedi del pivote azzurro. Che nient’affatto svagato, gestisce comunque coraggiosamente il possesso. Perché sa quando giocare a pochi tocchi, piuttosto che portare palla. Il momento in cui è giusto intensificare il palleggio invece di rallentarlo.
Zielinski: 6
Poco dinamico. Prova a ricevere alle spalle della mediana spezzina. Esposito, tuttavia, ne decodifica le intuizioni con il giusto timing. Costringendo il polacco ad occupare sterilmente i “mezzi spazi” nella trequarti. A quel punto, per evitare di uscire mentalmente e tatticamente dalla partita, deve applicarsi maggiormente in fase di costruzione e consolidamento del possesso.
(dal 62’ Elmas: 6)
Affidabile in qualsiasi veste; certifica la fiducia che l’allenatore nutre nei suoi confronti. Un soldatino buono per fare legna oppure apportare dosi massicce di qualità.
Lozano: 5,5
A tratti s’è rivista la classica elettricità con il pallone tra i piedi. La sua tecnica in velocità, affilata come un rasoio taglientissimo. Quella sfumatura da invasato, tutto stop and go e uno contro uno, che mostra quando accende i retrorazzi e parte fino all’area avversaria. Però riesce ad associarsi davvero pochino con il resto della squadra. Infatti, l’impressione che sia piuttosto svagato rispetto alle richieste dell’allenatore, viene suffragata dalla sostituzione.
(dal 46’ Politano: 6,5)
Pronti, via e mette talmente in ansia Reca, da favorirne l’intervento scomposto nel tentativo di proteggere il pallone, ed il conseguente tocco di mano. Parte da un movimento in ampiezza, quindi stringe, esplorando la zona preferita per puntare l’uomo.
Osimhen: 7
Pare semplicemente più veloce degli altri. Quando prende la palla e accelera, chiunque incontri sulla sua corsa viene trascinato via. Nondimeno, il suo controllore, Caldara, è un “cane”: mastino concentratissimo, che non lo molla un istante, facendogli sentire il fiato sul collo. Non è una novità nemmeno il suo “sentire” la porta: una innata capacità di finalizzare da attaccante consapevole, che domina la zona pericolosa, ovvero il cono di luce davanti a Dragowski. Sul raddoppio, “caccia” la palla con feroce determinazione, ritagliandosi lo spazio necessario per colpire di testa, spingendo forte sulle gambe. Puntuale all’appuntamento con Kvaratskhelia, del quale scarta il succoso cioccolatino.
(dal 81’ Simeone: s.v.)
Per El Cholito, i minuti finali non rappresentano certamente il garbage time. Vista la cattiveria agonistica che mette a risultato abbondantemente già acquisito.
Kvaratskhelia: 7
Talvolta veramente incontenibile. Dal suo egocentrismo tecnico nascono succulente intuizioni offensive. Ama attirare a sé i difensori con il suo stile di gioco. Ovviamente, la ricezione orientata è solo preparatoria alla ricerca del dribbling, con cui spinge Amian ad affannose corsa all’indietro. E Ampadu a sgranare la difesa, per fargli da copertura. Caparbio nel mettere ansia ai difensori di casa, li obbliga a non calare mai il focus attentivo, come in occasione di un doppio recupero con successivo tiro al 36’ e 60’. Dagli undici metri, la mette letteralmente nel ferro. Generoso nel servire su un piatto d’argento il 3-0 a Osimhen.
(dal 73’ Ndombele: s.v.)
Fa rifiatare uno stremato Kvara, esegue il suo compito diligentemente.
Allenatore Spalletti 7
Il Napoli l’ha vinta con solidità, e capacità di alternare fasi di aggressività ad altre più ragionate. In questo scenario, i meriti dell’uomo di Certaldo sono innegabili, perché, al di là del possesso qualitativo con cui pare irretire gli avversari, consente a tutti i suoi giocatori di esprimere le loro abilità, all’interno di una struttura organizzatissima, sopra e sotto la linea della palla.
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