Il portiere è uno dei problemi principali che Mazzarri dovrà affrontare in questi giorni in vista della trasferta di Torino. E non perché il ruolo delicatissimo negli equilibri di squadra impone all’allenatore di concedere fiducia (quasi…) illimitata al titolare, piuttosto che cavalcare la teoria dell’alternanza. Al momento, in casa Napoli è impossibile dar vita a qualsiasi competizione tra estremi difensori, causa gli infortuni di Meret e Gollini. Un doppio contemporaneo imprevisto, che potrebbe obbligare il tecnico toscano a schierare Contini, affidandogli idealmente la maglia numero 1 contro i granata.
Un caso limite, l’utilizzo del terzo portiere: significa che più di qualcosa è andato storto. Altro che semplice imprevisto: Gollini accusa un risentimento alla caviglia durante il riscaldamento del match col Monza. Una situazione che non succede spesso. Nondimeno, rientra nei casi preventivabili. La malasorte però si è accanita sulla porta azzurra. Pure Meret e costretto ad abbandonare il campo prematuramente. Non prima di aver strozzato in gola a Pessina l’urlo della rete, parandogli il rigore. A quel punto tocca a Contini dare il suo contributo.
Orgoglioso Gollini
La scorsa stagione Pierluigi Gollini sbarcò a Napoli in corso d’opera per fare da “dodicesimo”, preso in prestito dall’Atalanta. Ed anche se ha passato gran parte della cavalcata trionfale verso lo scudetto in panchina, era comunque parte integrante di quella squadra meravigliosa e dominante. Quel trofeo, dunque. È anche orgogliosamente suo.
Con un pizzico di sana presunzione, che non guasta mai a questi livelli, Gollorius sa che sotto sotto la panchina è proprio il posto meno adatto a lui. Se diamo uno sguardo al suo passato, gli interventi miracolosi nella prima scalata ad un posto in Champions della Dea sono stati talmente tanti, da trasformarlo nell’idolo dei tifosi bergamaschi, tassello fondamentale del gruppo guidato da Gasperini. Peccato che poi qualcosa sia cambiato proprio nel rapporto con l’allenatore. E le loro strade si siano separate.
Nondimeno, c’è un regolamento, si gioca ancora in undici. Quindi, un secondo portiere deve esserci, e qualcuno dovrà pur assumersi quell’onere scomodo, ponendosi sempre la stessa domanda. Un interrogativo che i giocatori di movimento non si fanno con la medesima frequenza e intensità: chi me lo fa fare?
Motivato Contini
Uno scenario emotivo in cui riveste un ruolo determinante la giusta motivazione. Quella che ha gratificano finalmente Nikita Contini. In grado di aspettare pazientemente il suo momento. Consapevole che l’attesa rimane una delle possibili alternative alla felicità. Disposto a tutto pur di realizzare il sogno di giocare nella squadra del cuore. Anche fermare momentaneamente le sue prospettive professionali.
Nato nel settore giovanile del Napoli, una lunga trafila cominciata poco più che bambino, scandita poi da numerose esperienze formative. Nella sua carriera, infatti, ha già dimostrato abbondantemente le proprie capacità. Una conoscenza dei fondamentali associata a grande fisicità, che gli ha consentito di spostare gli equilibri in Lega Pro e Serie B. Caratterizzandone il graduale ma costante percorso di crescita. Fino all’esordio in A. Chissà cosa ha provato quando Meret ha chiesto il cambio, contro il Monza.
Insomma, domenica pomeriggio, nell’affascinante cornice dello Stadio Olimpico “Grande Torino”, Mazzarri dovrà sciogliere l’enigma. Vedremo se sarà l’occasione per lanciare dall’inizio Contini, oppure sperare nel recupero in extremis di Gollini.
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