Ieri sera, dopo aver staccato calcisticamente la spina e goduto il meritato riposo per un paio di settimane, Luciano Spalletti ha fatto sentire nuovamente la sua voce.

Durante “Calciomercato-L’originale”, il tecnico toscano s’è affidato ai microfoni di Sky per lasciarsi andare a qualche confessione di troppo, complice il clima vacanziero della trasmissione.

Chiacchierando in maniera informale con l’amico Giancarlo Dotto, l’occasione è stata propizia per spedire un messaggio nemmeno tanto trasversale ad Aurelio De Laurentiis.  

Sostanzialmente, l’allenatore del Napoli ha finto di parlare ad altri, con l’evidente intenzione di riferirsi, seppur indirettamente, al presidente partenopeo. Consapevole di veicolare al suo datore di lavoro pensieri spiacevoli.

Che magari il produttore avrebbe volentieri fatto a meno di ascoltare…

Messaggio chiaro a DeLa

Affrontando il tema scottante delle prospettive con cui il Napoli si prepara ad affrontare la stagione che verrà, la chiarezza di Spalletti non ammette alcun tipo di interpretazione.

Va dritto al sodo, senza tentennamenti o strani giri di parole: “Per lo Scudetto ci proveremo, ma rientrare fra le prime quattro sarà difficilissimo…”.    

C’è poco da filosofeggiare. Mentre la proprietà s’è esposta pubblicamente (“lotteremo per lo Scudetto…”), l’uomo di Certaldo appare più realistico.

Un pragmatismo che scava un solco tra due figure nient’affatto concilianti. Anzi, entrambe assai egocentriche, nei toni e nei modi. Abissale, dunque, la divergenza di vedute tra loro circa il traguardo da perseguire.

Una distanza a tratti incolmabile, che potrebbe produrre effetti nefasti pure nei rapporti con la tifoseria. Ansiosa di riceve certezze, piuttosto che sentirsi raccontare che il prossimo anno sarà sempre il solito, l’obiettivo da rincorrere: l’ennesima qualificazione alla Champions.

Senza, però, concrete speranze di vincere nulla…

Spalletti boccia Meret

Pur non volendo speculare sulle riflessioni di Spalletti, sembra che tra lui e De Laurentiis ci sia profonda discordanza anche sulla scelta di salutare Ospina, in favore di Meret.

L’uscita dal basso è il futuro. Dire il contrario è un messaggio sbagliato che si dà ai giovani. Prevedo che l’estremo difensore andrà a giocare anche fuori dalla lunetta dell’area di rigore. Nessuno vuole un portiere che non sappia giocare con i piedi. Per un gol preso da un errore, ne fai dieci perché cominci bene l’azione…”.

Ogni riferimento alla scarsa dimestichezza dell’Airone rispetto alle qualità del colombiano con i piedi è tutt’altro che puramente casuale.

All’orizzonte si paventa quindi l’ipotesi che indipendentemente dalla volontà societaria di puntare forte su Meret, l’ex Udinese sarebbe comunque un titolare sub iudice, perennemente sull’orlo del precariato.

Il pericolo è l’indifferenza

In questo scenario alquanto contraddittorio, la passione dei napoletani comincia a scricchiolare. Il senso di appartenenza dà segni di cedimento e lascia progressivamente spazio allo scetticismo. Se non, addirittura, alla totale indifferenza verso la maglia azzurra.

Insomma, da tifosi a clienti il passo è breve. Con l’aggravante che qualora il fornitore dello spettacolo perda il gradimento dei suoi customers, questi possano poi rivolgere altrove il loro affetto.

Oppure, con la morte nel cuore, limitarsi a fare da semplici spettatori indifferenti…

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