All’Italia non bastava il forfait di Francesco Acerbi, nemmeno convocato per gli Europei, causa pubalgia. Un problema che l’affliggeva da tempo, costringendo infine l’interista alla soluzione drastica dell’intervento chirurgico per risolverlo definitivamente.
Adesso s’è messo pure l’infortunio di Giorgio Scalvini a certificare le difficoltà che sta incontrando la Nazionale nel reparto arretrato. Il difensore dell’Atalanta, infatti, si è rotto il legamento crociato del ginocchio sinistro, nel finale della gara contro la Fiorentina. Significativo che Luciano Spalletti, piuttosto che proseguire a lavorare con gli uomini che sono già sono a Coverciano, abbia dunque deciso di aggregare al gruppo Federico Gatti, tenuto finora precauzionalmente in preallarme.
Presumibile che il commissario tecnico ritenga la rosa dei convocati talmente ricca di risorse capaci di svolgere più ruoli, da poter assorbire tranquillamente l’ennesima defezione difensiva. Forse perché non ha del tutto accantonato l’idea di cambiare sistema, passando dal 4-3-3 al 3-4-2-1.
Esterni a tutta fascia
Del resto, l’Uomo di Certaldo pare voglia sviluppare un calcio compatibile con i suoi principi. Ovvero, intenso e qualitativo. Al contempo, però, meno radicale e identitario. Che possa cioè anche prescindere dal solco della tradizionale difesa a quattro.
Uno scenario tattico in cui potrebbero prendersi la scena elementi polivalenti tipo Giovanni Di Lorenzo, Federico Dimarco e Andrea Cambiaso. Quest’ultimo, spendibile addirittura su entrambi i lati del campo. Insomma, la grande forza degli Azzurri sembra proprio l’assortimento di giocatori multifunzionali, trasformabili all’occorrenza in esterni a tutta fascia. In grado di garantire una costante aggressione dello spazio in profondità, dotati di fisicità e “gamba” per inserirsi in avanti e accompagnare tempestivamente l’azione offensiva. Oppure correre all’indietro, a copertura della zona di competenza.
Senza trascurare un piccolo particolare: i laterali di Napoli, Inter e Juventus possono esplorare l’ampiezza, offrendo soluzioni alternative contro difese schierate, vogliose quindi di opporre alla Nazionale grande densità nella zona nevralgica. Ma pure proporsi internamente, occupando una porzione di campo più centrale, nei cosiddetti “mezzi spazi”. Così da supportare le legittime ambizioni di una squadra che non intende affatto fare da comparsa a questo Europeo.
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