L’espulsione di Pellegrini al 40’ del primo tempo contro il Belgio non solo ha cambiato inevitabilmente il corso degli eventi per l’Italia. La conseguente squalifica del centrocampista giallorosso obbliga infatti Spalletti a cercare una soluzione alternativa per la gara di domani. Israele è il crocevia per continuare a lavorare in funzione del 3-5-1-1 sul quale il commissario tecnico insisterà anche a Udine.

Cambieranno sicuramente alcuni interpreti, secondo una logica distribuzione del minutaggio. Ma salta subito all’occhio che tra i convocati manchi un profilo che possa svolgere gli stessi compiti del capitano della Roma. Passando in un attimo da trequartista offensivo di grande pericolosità a mezzala di lotta e governo.

Toccherà quindi a Raspadori calarsi nella parte. Almeno in fase di possesso, sono note le abilità dell’attaccante del Napoli nell’abbassarsi per cucire il gioco. Uno scenario dove gli verrà chiesto poi di affiancarsi a Retegui. Disegnando così una coppia che possa ricreare i medesimi automatismi provati finora. Il c.t. ragiona partendo da una premessa a lui tanto cara: questo tipico approccio all’avversario di turno consente di non lasciare l’oriundo in inferiorità numerica contro i difensori israeliani.

Del resto, la sensazione che Jack si trovi maggiormente a suo agio in questa struttura tattica appare comunque evidente. Con l’ex Sassuolo a supporto del centravanti, la Nazionale si muoverà sul solco ideologico tracciato da Spalletti. Ovvero, l’utilizzo difensivo di un giocatore avanzato. In ogni caso, gli Azzurri proveranno a esplorare quelle giocate codificate, in cui alla sottopunta viene demandato specificatamente di arretrare molto il raggio d’azione. Venire incontro ai centrocampisti per stimolare gli inserimenti in verticale di Frattesi. Ed al contempo favorire l’occupazione dei corridoi intermedi dei laterali. Con Udogie e Bellanova che dovrebbero far rifiatare Dimarco e Cambiaso.

Innegabile che il rendimento di Raspadori, condizionato pure da un mucchio di tempo passato in panchina, sia stato decisamente incostante. Magari Conte lo valuta inadatto a esprimersi efficacemente nel suo sistema di gioco. Dunque, le uniche soddisfazioni sembra possa garantirgliele proprio la Nazionale. Spalletti continua a dargli fiducia. A costruirgli attorno un contesto dove possa esaltare le sue peculiarità, nascondendone limiti e difetti.

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