Sono giorni febbrili in  casa Napoli. Un intreccio di mercato subordina il destino di Giovanni Simeone a quello di Andrea Petagna. Per formalizzare l’arrivo in maglia azzurra de El Cholito, la direzione sportiva partenopea non aspetta altro che rendere ufficiale la cessione del Bisontino.  

Affinchè si perfezioni l’operazione in uscita con il Monza è necessario che Cristiano Giuntoli accetti la formula contrattuale proposta dai brianzoli. Cioè il prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza, fissato a 15-16 milioni di euro. Solo a quel punto, il diesse rivolgerebbe l’attenzione verso Verona: i gialloblù pretendono circa 18 milioni per lasciare andare via l’attaccante argentino. Si ragiona per limare piccole differenze tra domanda e offerta…

Celebre tripletta ammazzasogni

Insomma, all’ombra del Vesuvio attendono con trepidazione l’epilogo della doppia trattativa. Perché Simeone ha dimostrato abbondantemente quanto potenziale possa esprimere in Serie A.

Dunque, conoscendo bene il campionato, potrebbe sicuramente risultare impattante sulle sorti del Napoli. Del resto, ha tutte le carte in regola che si pretendono da un centravanti moderno. Forte fisicamente, dinamico, che lavora anche molto in funzione della squadra.

Sostanzialmente il prototipo del completo offensive player, capace di freddezza nei sedici metri finali. Nonché invogliato a sbattersi sotto la linea della palla con abnegazione e spirito di sacrificio.

C’è qualcosa che tocca profondamente le corde dei tifosi napoletani quando si parla di lui.

Il suo nome è legato indissolubilmente ad un ricordo nient’affatto piacevole. Uno dei momenti più nefasti per la storia recente dei colori azzurri. Incubo ricorrente ogni qual volta il Napoli sbarca in riva all’Arno.

Nel 2018, infatti, con la Fiorentina, fece subito espellere Koulibaly. Quindi, mise a segno la celebre tripletta che sancì l’addio definitivo allo scudetto per il gruppo allenato da Sarri. Il famoso titolo perso in albergo…

Vantaggi col doppio “nove”

Eppure non è così semplice comprendere le intenzioni di Luciano Spalletti circa l’utilizzo di Simeone. Nondimeno, al netto della indiscussa centralità di Victor Osimhen nel sistema del “nuovo” Napoli, appare evidente quanto il doppio centravanti possa determinare un mucchio di vantaggi offensivi.

Nel calcio dell’allenatore toscano, il ruolo non è sufficiente a definire i compiti di ciascun giocatore in mezzo al campo. Non è la posizione occupata a sancirne l’efficacia. Bensì le funzioni svolte a seconda della posizione della palla.

In effetti, lo scorso anno non è stato infrequente vedere Mertens o Zieliński relazionarsi con l’attaccate nigeriano in base allo sviluppo della fase di possesso. Invertendosi, seppur temporaneamente, con il compagno di reparto. Per toccare in appoggio ai centrocampisti o impostare personalmente la giocata.

Napoli iperoffensivo con Simeone

Negli ultimi anni chi sta là davanti ha dovuto stravolgere il modo di interpretare i movimenti del “numero nove”. Specialmente per quanto riguarda un maggior coinvolgimento nel giropalla.

In questo scenario tattico la coppia Osimhen-Simeone controllerebbe in maniera più efficace il pressing degli avversari, costringendoli ad essere assai aggressivi su entrambi.

NAPLES, ITALY – NOVEMBER 7: Giovanni Simeone of Hellas Verona FC celebrates during the Serie A match between SSC Napoli and Hellas Verona FC at Stadio Diego Armando Maradona on November 7, 2021 in Naples, Italy (Photo by ALFATER)

Situazione che i marcatori diretti, per evitare di accettare la parità numerica, dovrebbero tentare di girare a loro favore. Ma solamente ricorrendo a un terzo difensore, in grado di garantire copertura reciproca: magari bloccando un terzino alla volta, oppure abbassando il mediano.

Il ragionamento di fondo, però rimane sempre lo stesso: aggiungere una risorsa in prima linea. Cosa che il Napoli è intenzionato a fare.

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