Un napoletano che ha certamente contribuito a portare in alto il nome della città, e protagonista di una grande carriera dai primi anni in C fino allo storico esordio con la Lazio in Serie A, il 7 Maggio del 1978. Ernesto Apuzzo racconta la sua storia ed il suo percorso, che lo ha portato a lavorare a stretto contatto con un campione assoluto quale Francesco Totti.
“Ernesto hai vissuto una carriera splendida, arrivando addirittura ad esordire in Serie A con la Lazio. Che emozioni hai provato quel 7 Maggio del ‘78?”
Ernesto Apuzzo: “Sono cose che non si dimenticano, ti restano dentro per tutta la vita. C’era tanta gente sugli spalti, alcuni, come mio padre ed i miei amici venuti per vedermi, purtroppo non ci sono più. Veramente un ricordo indelebile: 60.000 spettatori che ti guardano, l’intervista post partita con il grande Sandro Ciotti. Sono passati tanti anni, ma rimangono ricordi piacevoli, con la consapevolezza di aver fatto belle cose nonostante qualche rimpianto ed errori che magari non rifaresti. Ma va benissimo così, dai”.
“Hai fatto tante cose, hai vissuto belle avventure tra la serie C e la serie B…”
Apuzzo: “Esatto, l’anno prima di esordire in massima serie andai in prestito al Como cavalcando per la prima volta i campi di serie B con Bagnoli, come sostituto numerico di Pablito (Rossi, ndr), che poi passò al Vicenza. In seguito all’esordio in A andai nuovamente in B, e qui forse feci un errore di scelta: invece di tornare a Roma dove ero logicamente chiuso da Bruno Giordano andai al Foggia, dove un brutto infortunio mi tenne fermo diverso tempo. Magari, fossi tornato alla Lazio, avrei potuto avere delle chance per fare meglio. Ma è inutile piangere sul latte versato, alla fine ho giocato tanti anni in serie C, in cui ho iniziato a lavorare anche come allenatore”.
Apuzzo: “Un’esperienza che mi ha enormemente segnato è stata quella con il Messina, in serie B. Ascoltando degli amici accettai una situazione che probabilmente non avrei dovuto accettare, mi feci attrarre dal vil denaro: società e giocatori mi fecero pagare colpe che non avevo, e questo mi segnò molto. Chi lo sa cosa sarebbe successo compiendo altre scelte, ma non ha senso rimpiangere nulla”.
”Decisamente no, anche perché terminata la parentesi Messina sei stato a Napoli. Qui hai allenato un ragazzino che oggi ha 30 anni ed è un campione affermato: Lorenzo Insigne”
Vi consigliamo – “Lorenzo insigne sarà un pilastro del Napoli di Spalletti”
Apuzzo: “Assolutamente. Avevo a mia disposizione una primavera composta da Insigne, Sepe, Ciano, Giannone, Maiello… era una bellissima squadra. Ovviamente intravedevo in Lorenzo cose importanti, ma, devo dire la verità, nessuno secondo me si aspettava tutto quello che ha fatto e sta facendo. A mio avviso con Zeman ha avuto una crescita incredibile, ma ha contribuito tanto il suo carattere, molto testardo e volitivo. E’ un bravissimo ragazzo, mai sopra le righe, sempre tranquillo e molto timido. Insigne è un ragazzo d’oro, e lo ricordo con grande affetto: sono felicissimo per tutto quello che sta ottenendo. Gli auguro ogni bene, spero riesca a fare anche di più”.
“Ernesto Apuzzo calciatore oppure allenatore, correre con il pallone oppure dirigere una squadra. Quale versione ti ha lasciato qualcosa in più?”
Apuzzo: “Sai, da calciatore insegui un sogno che se si avvera ti fa sentire bene. La carriera da calciatore per me riesce a darti, come la vita, tante soddisfazioni e delusioni. Mi piaceva anche forgiare calciatori, più in prime squadre rispetto alle giovanili, anche se la mia esperienza a Napoli mi ha davvero arricchito: mi sono trovato ad allenare dei bravi ragazzi, che mi hanno seguito in tutto e per tutto. Sono rimasto contentissimo e sorpreso. Dopo questa esperienza ho cambiato mestiere, lavorando al Chievo con il numero uno dei direttori sportivi, Sartori. Ed arriviamo ad oggi: sto vivendo una nuova esperienza nell’agenzia di Francesco Totti.”
“Questa dev’essere un’esperienza intrigante e con tanti punti interrogativi, diversa da tutte le altre che hai avuto”
Apuzzo: “Sì, anche perché ti ritrovi in situazioni diverse pur appartenenti allo stesso mondo. Se semini da uomo onesto riesci ad ottenere tante cose buone, ed ancora adesso mi chiamano per fare qualcosa di importante. Devo trovare giovani promettenti, desiderosi di essere rappresentati da un’icona del calcio italiano e mondiale come Totti: la sua immagine è il massimo, ciò nonostante si incontrano tante difficoltà, dovute forse alla diffidenza che molti nutrono verso il calcio. Mi occupo della Campania, Puglia e Basilicata. Tanti mi propongono giovani che già calcano campi importanti e sono ad inizio carriera: il nostro obiettivo è far sì che possano costruire qualcosa di importante. Li identifichiamo tramite i nostri software, osservandoli da vicino ed anche tramite soffiate di conoscenti e colleghi. Per me è fondamentale osservarli da vicino, anche perché il mio giudizio è quello finale. Spero che l’agenzia sia destinata a crescere e mi auguro di vivere un’altra buona fetta di vita!”