Mentre l’eco del sorteggio di Nyon continua ad alimentare in parte della tifoseria partenopea una eccessiva euforia, forse addirittura prematura, circa il futuro del Napoli in Champions League, dalle parti di Castel Volturno si pensa esclusivamente al Torino.

Del resto, Spalletti vuole che la sua squadra non abbia controproducenti cali di concentrazione. Per tale ragione, non solo tiene viva l’attenzione del gruppo, lavorando su un obiettivo per volta. Mettendo, dunque, nel mirino, innanzitutto la gara contro i granata. Ma, consapevole di dover stemperare i facili entusiasmi, rispedisce al mittente complimenti vari e salamelecchi assortiti.

Magari proprio in quest’ottica devono essere decodificate le parole dell’Uomo di Certaldo, che non ha voluto assolutamente farsi tirare per la giacchetta. Infatti, prima s’è sottratto al tentativo di Guardiola, che aveva indicato il Napoli come avversario da evitare al sorteggio, (“E’ un giochino che si conosce quello di mettere la pressione sugli altri, una cosa scontata…”). Quindi, ha rimarcato il suo atteggiamento, all’indomani dell’accoppiamento con il Milan (“Avrei preferito non incontrare italiane, solo gli incompetenti parlano di buon sorteggio. Il Milan è la Champions League…”).

Insomma, l’allenatore toscano pensa esclusivamente alla gara di domani pomeriggio. Perché il Torino di Jurić è una delle compagini di Serie A meglio organizzate nell’attuazione del pressing. Per questo motivo, sarà necessario affrontarlo con le dovute cautele. Sulla scorta del principio che finora ha ispirato l’intera stagione del Napoli: rispetto per tutti, timore di nessuno…

Terzini vs “braccetti”

Generalmente Jurić utilizza come sistema di base il 3-4-2-1, arricchendolo con un mix di marcature individuali a tutto campo e pressing aggressivo, dall’indole decisamente difensiva. In cui gli spazi dalla trequarti in giù sono ridotti praticamente (quasi…) a zero, grazie alla capacità di “rompere” sui movimenti incontro dei potenziali riceventi.  

La parola d’ordine pare essere equilibrio; nel senso che il Torino predilige indirizzare il gioco, accorciando in avanti sui riferimenti centrali. Oscurando linee di passaggio pulite verso il metodista, così da favorire tendenzialmente gli isolamenti sui lati.

In questa situazione tattica, il problema del Napoli sarà riuscire a interpretare il suo proverbiale possesso, assai qualitativo, nonché imprimere al giropalla il ritmo più congeniale. Evitando, al contempo, che i granata possano disinnescare la risalita dal basso, oltre al gioco in catena laterale, proposto sempre con efficacia dalla capolista.     

In particolare, il tecnico croato sviluppa la fase di non-possesso in modo tutt’altro che statico. Un blocco di pressione fortemente orientato ad adeguarsi alle scelte della controparte.

Uno scenario in cui, almeno inizialmente, Di Lorenzo e Olivera (o Mario Rui) potrebbero ricevere in relativa tranquillità lo scarico, partendo da una posizione piuttosto bassa, funzionale ad attirare in avanti i “braccetti” avversari, Singo e Rodriguez. E poi giocargli alle spalle.

Rotazioni e verticalità

Generalmente, il Napoli muove l’attrezzo pure sotto pressione, cercando di spostarlo da una parte all’altra del campo, facendo leva sulla rotazione dei centrocampisti. In particolare, favorendo lo scambio dei riferimenti posizionali tra Lobotka e Anguissa; con quest’ultimo deputato a produrre gioco.

Un contesto strategico che i padroni di casa potrebbero assorbire, scegliendo di mettere in ombra il pivote slovacco; immediatamente dopo, scalare, una volta che il camerunese entra in possesso. Togliendo ogni possibilità di verticalizzare; concedendogli, invece, appoggi in ampiezza.

A compensare il coinvolgimento attivo nella manovra dei terzini partenopei, il lavoro combinato di “attacco e copertura”, volto a soffocare la prima costruzione, portato frontalmente dal braccetto di parte, e internamente dalla sottopunta granata, che staziona in quella zona.

Non bisogna, però, trascurare un piccolo particolare: chiusa in questa maniera la progressione della palla, i terzini in maglia azzurra possono comunque determinare dalle retrovie, esplorando la profondità direttamente verso Osimhen. Un maestro, ormai, nel defilarsi dal cono di luce dei centrali, smarcandosi fuori linea. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RESTA AGGIORNATO SUL NAPOLISEGUICI SUI PRINCIPALI SOCIAL:

Banner 300×250 – Messere – Laterale 2
Banner 300 x 250 – Tecsud – Post