Il Napoli vola in campionato e Champions League, eppure c’è ancora qualcuno che storce la bocca. Il classico, “sì, però…”, che generalmente fa seguito a complimenti striminziti.

Un atteggiamento palesemente infastidito, funzionale a sminuire i meriti degli azzurri, che lascia intendere chissà quale recondito segreto alberghi nelle fortune della squadra partenopea. Manco i ragazzi di Spalletti si fossero macchiati del reato di lesa maestà. E non avessero legittimato con il gioco quanto fatto finora, dominando chiunque si sia frapposto tra loro ed i tre punti.

Sarebbe lecito domandare a costoro se tale atteggiamento spocchioso sia volutamente frutto di pregiudizio ideologico, piuttosto che un mero interesse personale o di testata. Gente che, con sempre maggiore frequenza esibisce una faccia di bronzo davvero poco encomiabile.

Rosiconi a iosa

Potere di una strategia comunicativa tendenzialmente manipolatrice. Magari un tempo pure efficace, ma ormai fuori moda. Ne sa qualcosa pure Josè Mourinho, solo l’ultimo arrivato, in ordine di tempo, ad arricchire la pletora di rosiconi, che alimentano una narrazione tossica e nient’affatto equilibrata.

L’indegna gazzarra imbastita davanti alle telecamere dallo Special One domenica sera, infatti, rappresenta l’ennesimo tentativo di screditare il Napoli agli occhi dell’opinione pubblica.

Il portoghese è un allenatore dal curriculum veramente invidiabile, con la bacheca arricchita da tituli vari e assortiti. I numeri, dunque, ne testimoniano l’assoluto spessore tecnico.  

Appare evidente, al contempo, quanto gli piaccia sproloquiare, ingaggiare vere e proprie battaglie dialettiche contro nemici immaginari, pur di accreditarsi agli occhi dei tifosi della squadra che gestisce in quel momento.

Del resto, solamente chi è dotato di grandissima disonestà intellettuale avrebbe potuto avere il coraggio per sostenere che il risultato dell’Olimpico fosse inequivocabilmente ingiusto.

Riscrivere la Storia del Napoli

In questo scenario, all’ombra del Vesuvio cominciano a prendere progressivamente consapevolezza della forza degli azzurri, competitivi ai massimi livelli come non lo erano da tempo immemore.

Così, il pensiero corre ad altre stagioni entusiasmanti, caratterizzate da gruppi capaci di imprimere il loro nome nella memoria dei calciofili, scrivendo pagine indelebili nel libro di Storia dell’italico pallone.

Perché raramente si è vista una squadra mostrare tanta qualità tecnica e di idee come il Napoli attuale. Che, però, piace poco ai cd. “vetrinisti”. Ovvero, addetti ai lavori e specialisti della comunicazione, che cercano di valorizzare il loro prodotto mediatico esponendolo in maniera ornamentale ed accattivante.

Una politica idonea ad attirare l’attenzione degli sponsor, il cui successo è in gran parte determinato dall’immagine della merce esposta e dall’impatto visivo che suscita negli acquirenti.

C’è quindi un senso di giustizia superiore nel primato del Napoli, in grado di smascherare la totale inettitudine di chi è abituato a raccontare storie scontate, dal finale già scritto.

Sostanzialmente anacronistici, poichè incapaci di rinnovarsi…

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