Testa, gambe, abnegazione. C’è di tutto nella vittoria di ieri degli uomini di Spalletti contro il Milan. Il Napoli, arrivato a San Siro senza molti dei suoi uomini migliori, ha messo da parte i timori legati agli infortuni e ha mostrato gli artigli. Proprio quando serviva.
Gli azzurri hanno prevalso, dunque, grazie anche alla voglia di riscattarsi, di tornare alla vittoria e l’hanno fatto in grande stile. Ci sono riusciti grazie ad una preparazione tattica che di certo non ricorderemo per la sua bellezza estetica, ma per la sua efficacia.
Anche senza Koulibaly la difesa non affonda
Desta quasi scalpore la prova offerta ieri sera da parte dei due centrali di difesa Rrahmani e Juan Jesus. I due difensori del Napoli, in pochi giorni di allenamento sono stati in grado di trovare una alchimia che mai si sarebbero aspettati neanche i tifosi più ottimisti.

Puliti, tecnici, capaci di anticipare gli attaccanti. I due centrali ieri sono stati in grado di neutralizzare Ibrahimović e compagni. Impresa non facile, messa in atto grazie anche all’apporto difensivo dei due terzini Di Lorenzo e Malcuit.
Il terzino italiano, in particolare, è stato fondamentale nello scacchiere di Spalletti. Il no. 22 talvolta si avvicinava ai due centrali, formando quasi una difesa a tre. Inoltre, restando sulla linea arretrata, ha permesso ad Elmas di svariare per tutto il fronte offensivo sinistro durante la partita.
Proprio su Elmas, così come su Lozano, si è incentrato il gioco del Napoli per larghi tratti della gara. I due esterni, infatti, grazie ai loro inserimenti tra le linee, sfruttavano lo spazio libero lasciato dagli esterni del Milan Ballo-Touré e Messias. I due laterali rossoneri formavano quasi una linea di centrocampo a cinque essendo continuamente in proiezione offensiva; e proprio alle loro spalle hanno provato ad inserirsi Elmas e Lozano. Il messicano è spesso riuscito nel suo intento, creando scompiglio e saltando il primo pressing. Elmas invece ha quasi sempre trovato la chiusura di Florenzi, abile nell’intercettare le idee di gioco napoletane sul suo fronte.

Inoltre il Napoli non ha sofferto neanche nella propria trequarti di gioco. La posizione da fantasista di Brahim Diaz avrebbe potuto mettere in difficoltà i due mediani Anguissa e Demme. Invece, grazie ad una buona fase di interdizione ed una prova opaca del 10 del Milan, il Napoli non ha corso pericoli per vie centrali. Lo stesso Krunić, collocato al fianco di Ibra per portare via un uomo in marcatura al campione svedese, ha trovato davvero poco spazio.
I due mediani del Milan, Kessie e Tonali, hanno offerto una buona gara in termini di copertura e proposta offensiva. Proprio tra loro due talvolta cercava spazio Zielinski, il quale tra le linee dei due mediani chiamava lo scarico e faceva da vero e proprio regista offensivo del Napoli.
Con l’ingresso poi in campo di Lobotka al posto di Demme, si è aggiunta una mente pensante al centrocampo del Napoli. Ordinato e veloce, il giocatore slovacco ha dato palleggio alla squadra di Spalletti, annullando spesso il pressing rossonero messo in atto proprio dai due mediani Kessie e Tonali.
Persino la difesa a tre, in fase di impostazione, degli uomini di Pioli, non ha portato migliorie nella manovra del Milan. Il Napoli attraverso i suoi due esterni, Zielinski trequartista in ottima forma e i due mediani a far da diga avanti la difesa, è riuscito ad annichilire le idee offensive che partivano dai piedi dei tre centrali rossoneri verso Messias, Ballo-Touré e gli altri interpreti offensivi.
Una partita, quella degli azzurri, vinta sì in parte grazie alle gambe, ma soprattutto grazie alla testa e ad un gioco corale capace di sopperire alle mancanze individuali. Adesso sì, il Napoli è più forte del Milan.
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