Non è stato certamente un Napoli brillante quello che ha preso tre palloni dal Villarreal. Ovviamente, la sconfitta non deve creare inutili allarmismi, nonostante gli azzurri abbiano palesato una evidente pesantezza nelle gambe. Del resto, mancano ancora due settimane alla ripresa del campionato: il 4 gennaio, con l’Inter. Mentre le ostilità nella Liga ricominceranno mercoledì 28 dicembre. Dunque, era presumibile che la squadra di Spalletti potesse andare in sofferenza al cospetto del ritmo vertiginoso impresso alla gara sin dai primissimi minuti dagli spagnoli. Avendo gambe e polmoni più rodati, il “Sottomarino Giallo” è riuscito a palleggiare con sicurezza, oltre a esercitare pressione con grande intensità.  

Al di là del risultato negativo, tuttavia, l’amichevole contro gli applauditissimi ex Reina e Albiol ha consolidato le gerarchie a centrocampo. Nel senso che, con Demme probabilmente destinato a cambiare aria, l’Uomo di Certaldo sembra voler affidare le chiavi della regia a Gianluca Gaetano, investito (quasi…) ufficialmente del ruolo di plausibile alternativa a Lobotka.

Ma procediamo con ordine, così da comprendere appieno le strategie del tecnico toscano. Che finora ha dimostrato di non nutrire alcun pregiudizio verso i giovani in organico, concedendo loro minutaggio e presenze, piuttosto che lasciarli ammuffire in fondo alla panchina.

Demme sfortunato

D’altro canto, sin dal ritiro estivo, appariva abbastanza delineato le scenario a centrocampo. Nell’ideale gioco delle coppie, infatti, Spalletti ha sempre considerato Demme unicamente il cambio naturale di Lobotka. Una situazione che, al netto dell’infortunio di inizio stagione, pesa non poco sul tedesco. La voglia di tornare a giocare con continuità, dopo la lunga sosta in infermeria, potrebbe influire sulle scelte future dell’ex capitano del Lipsia.

E poco importa se nell’immaginario collettivo il terzo gol del Villarreal sia nato da una topica colossale del numero 4 in maglia azzurra, che alimenta la ripartenza di Pino con un incauto retropassaggio, da cui scaturisce l’assist per Gerard Moreno, incapace di sbagliare il tap-in a pochi metri da Meret.

Demme resta un metodista geometrico ed ordinato, in grado di garantire dosi massicce di fosforo. Magari reagendo al contesto della partita anziché imporlo. Provando a controllare il gioco invece di dominarlo. In ogni caso, mostrando una tranquillità che gli permette di non forzare mai il passaggio. Preferendo, in fase di costruzione, la trasmissione sul breve all’imbucata rischiosa o allo scarico azzardato.

Senza dimenticare le volte in cui sabato sera ha alzato la testa e percepito l’opportunità di cambiare il fronte del possesso, stimolando Di Lorenzo (e poi Zanoli) ad esplorare l’ampiezza con il lancio lungo.

Gaetano pimpante

Nel secondo tempo di Gaetano contro il Villarreal c’è l’abilità del calciatore talentuoso cresciuto nel settore giovanile partenopeo di riuscire ad amministrare comunque il gioco, in un contesto reso caotico dalla condizione in via di consolidamento, nonchè dai numerosi cambi, che hanno stravolto strutturalmente la squadra.

L’ex Cremonese ha mostrato il suo menu tecnico, gestendo la palla con eleganza associata a indubbia qualità. Un piede educato in grado di attirare il pallone, farlo scorrere sull’erba, e dopo aprire verso la fascia o verticalizzare.

Non tragga in inganno la mancanza di fisicità debordante, tipo Ndombele per intenderci. Gaetano non è affatto un centrocampista gracile. Dunque, non s’è tirato indietro quando ha dovuto ingaggiare duelli spalla a spalla con gli avversari di giallo vestiti. Anche se il suo core business rimane sottrarsi al pressing con disarmante facilità in virtù di fondamentali superiori alla media. Tipici delle mezzali tutto estro e fantasia.

Futuro da definire

In definitiva, il futuro del Napoli in mediana è in via di definizione, ma non nebuloso. Perchè se davvero Demme spingesse per trovare altrove le soddisfazioni che all’ombra del Vesuvio finora non è riuscito ad ottenere, allora la società eviterebbe inutili interventi sul mercato di riparazione. Consapevole di avere in rosa una risorsa spendibile nella posizione di pivote.

Una scelta tatticamente giusta, dal momento che Gaetano, con la palla tra i piedi, può far progredire l’azione con efficacia. Non sarà un purista del ruolo. Nondimeno, Spalletti pensa di poterlo utilizzare come cambio di Lobotka. Consapevole che, specialmente al cospetto di avversari passivi, intenzionati a chiudere ermeticamente gli spazi, non basti dare equilibrio alla manovra.

L’applicazione di un sistema che manipola lunghe fasi del match per generare alta intensità nel giropalla, funzionale a favorire le proverbiali rotazioni dei centrocampisti azzurri, necessita pure di giocatori duttili. E per versatilità, Gaetano rientra assolutamente in questa categoria.

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