Dopo un estenuante tira e molla, finalmente Romelu Lukaku ha firmato. Era sul mercato da settimane, a un prezzo nemmeno da saldi. Al Chelsea, infatti, vanno 30 milioni di euro più bonus, che potrebbero arrivare fino a 15 milioni in caso di futura rivendita. Eppure, il diesse Manna non s’è mai tirato indietro, consapevole della volontà di tutti i protagonisti nell’addivenire ad un accordo soddisfacente. A testimoniarlo ulteriormente, il contratto triennale garantito al belga, scadenza giugno 2027, a 6 milioni annui, compresi i soliti bonus, con i benefici del Decreto Crescita.

Un matrimonio quindi per certi versi scontato, che però tardava a formalizzarsi. Colpa dei famigerati diritti di immagine, che sembrava avessero inceppato la trattativa. Il club partenopeo gli ha chiesto un piccolo sacrificio, ben accetto. Che dimostra quanto entrambe le parti si fossero reciprocamente cercate. Del resto, nelle ultime due stagioni Big Rom è stato rimpallato dai Blues, ceduto in prestito come un pacco postale. Appoggiato temporaneamente prima all’Inter e poi alla Roma, dove segna complessivamente 14 e 21 gol nelle tre competizioni disputate da nerazzurri e giallorossi. Mentre il Napoli l’ha identificato come la risorsa tecnica giusta per avviare il nuovo ciclo.

Romelu ideale per Conte

lukaku napoli

Magari gli azzurri non starano vivendo il loro momento migliore, gli sfaceli dell’ultimo anno hanno portato in dote la mancata qualificazione alle Coppe europee. Nondimeno, per Lukaku non può essere considerato un passo indietro nella sua carriera. Anzi, il suo arrivo all’ombra del Vesuvio risolleverà il morale e lo spirito dei tifosi, contribuendo ad offrire rinnovato all’entusiasmo dei napoletani.

Nella squadra partenopea troverà sicuramente un ambiente adatto a lui, simile a quello cucitogli addosso da Antonio Conte nel biennio condiviso all’Inter. Non a caso, Romelu si incastra con le richieste tattiche dell’allenatore. D’altronde, in organico, nonostante i tanti giocatori offensivi, mancava proprio un attaccante con le sue caratteristiche. Cioè, una prima punta “fisicata”, che può lavorare in autonomia. L’unico abbastanza autosufficiente da produrre occasioni dal nulla. Senza cioè il supporto alle spalle di chi debba dargli i palloni giusti.

Insomma, lo stile di Lukaku si sposa perfettamente con il gioco filosofeggiato dall’Uomo del Salento. Un calcio diretto, che gli consentirà di aggredire la profondità. In effetti, funziona meglio se può ricevere dentro al campo nei pressi dell’area di rigore, forzando da solo il blocco che si trova davanti. Piuttosto che abbassandosi per cucire la manovra, così da associarsi coi compagni all’altezza della trequarti altrui.

Big Rom moltiplicatore di spazi

La sua capacità di allungare costantemente la linea, costringendo i difensori a correre all’indietro, interessa maggiormente Conte: sarà un aspetto vitale per l’offensive game del Napoli. Uno scenario in cui il centravanti belga dilata le distanze tra centrocampo e difesa, dove poi potranno ricevere liberamente Kvaratskhelia e Politano (o Neres): profili di qualità, schierati a piede invertito, in grado di saltare l’uomo o stringere dentro al campo. Qualcosa a metà tra la seconda punta ed il classico rifinitore.

In definitiva, col mercato che si avvia verso la sua naturale scadenza, le società cercano convulsamente di concludere trasferimenti last minute: alcune fanno acquisti anche assurdi, altre rilanciano le proprie ambizioni, concludendo l’affare ideale: chissà che Lukaku non rientri in questa casistica. 

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