In seguito ad un’annata molto deludente, sono molte le voci che girano su Fabián Ruiz, che riguardano principalmente la volontà di non rinnovare e soprattutto il calciomercato.
Da “miglior esordiente U-23” ad oggi, cos’è successo?
Fabián è un calciatore unico: abilissimo nel gioco ad uno-due tocchi, riesce comunque a dominare l’intero centrocampo grazie alla sua fisicità coadiuvata dalla non indifferente qualità del suo mancino.
L’andaluso riesce spesso a servire i compagni con passaggi illuminanti (il suo ruolo naturale è, non a caso, il trequartista) e segnare goal spettacolari da fuori area.


Terminata la sua prima stagione nella Liga con il Betis, le aspettative sullo spagnolo erano immense. Il Napoli riuscì a battere la concorrenza degli avversari pagando la clausola di 30 milioni; la prima stagione in azzurro accrebbe maggiormente la sua fama (testimone l’interessamento da parte di svariati “big club”).
Complice del suo successo sarà anche la vittoria dell’Europeo U-21 con la nazionale spagnola, ottenuta da assoluto protagonista (fu eletto miglior giocatore della competizione).
La crescita con Ancelotti, un “top” del centrocampo
Il cambio di campionato (con il consequenziale cambio di lingua) e la variazione della posizione all’interno del campo non spaventarono l’allora 22enne: sotto la guida di Carlo Ancelotti si affermò velocemente come uno dei migliori centrocampisti del campionato.
Svariando in tutto il campo, come esterno a sinistra o trequartista, ha da subito dimostrato un innato senso della posizione e soprattutto grande adattabilità.
Una maturità non indifferente quella del centrocampista, che ha tuttavia faticato durante il secondo anno dell’allenatore di Reggiolo (come quasi tutta la squadra).
Si riprenderà sotto la guida del subentrante Gennaro Gattuso.
Napoli, coerenza e concretezza. In attesa dell’estetica trascendentale


Il gioco in ripartenza di quel Napoli, molto rapido e verticale, esaltava le qualità di passaggio dell’andaluso e la sua progressione palla al piede.
Nonostante l’ottimo inizio con l’attuale allenatore Fabián è vistosamente calato nel corso di questa stagione: solamente 1 goal ed 1 assist in 18 partite (1.153′ di gioco complessivi).
Troppo poco per un giocatore come Fabián Ruiz. Come si può spiegare un peggioramento tanto evidente?
Bruscolotti ritiene che, in caso di mancanza di grinta, la colpa sia dei calciatori
Alcuni parlano di sirene spagnole (Atletico Madrid su tutte), altri si domandano se lo scarso rendimento possa essere influenzato da motivi principalmente tattici.


La Spagna di Luis Enrique adotta moduli simili a quelli del Napoli, preferendo il 433 ed il 4231.
Quando è in campo con le “Furie Rosse” Fabián non ha una posizione iniziale fissa, nonostante ciò si è esibito in due grandi partite.
Gli spagnoli verticalizzano con più velocità del Napoli, spesso lento e compassato in molte partite, ed è questa la chiave di lettura giusta per trovare una spiegazione.
Il Napoli sta progressivamente perdendo ritmo e dinamismo, Fabián soffre lo staticismo dei compagni e non riesce a brillare a ritmi lenti, si fa anzi influenzare dalla fiacchezza generale (mentre il suo compagno di reparto, Piotr Zielinski, riesce talvolta a trovare la giocata giusta pur non brillando, ma stiamo parlando di due giocatori completamente diversi).
Fabián ha comunque faticato anche in diverse uscite molto convincenti della squadra, questa spiegazione potrebbe dunque non bastare di per sé.
E’ infatti fondamentale ricordare un dettaglio quando si parla di questo ragazzo: ha 24 anni e sta affrontando un momento particolare (due stagioni difficili con allenatori diversi).
Per lui è arrivata l’ora del “salto” di qualità definitivo.
Gattuso dovrà essere in grado di entrare nella sua testa per convincerlo a raggiungere un obiettivo comune. La mentalità è l’elemento che sta mancando a tutto il Napoli, ed a quanto pare sta penalizzando in primis il numero 8.

