L’ex giocatore del Napoli, Roberto Carlos Sosa, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Vikonos Radio inerente all’imminente vittoria dello scudetto degli azzurri:
“Il 30 aprile del 2006 ho segnato al Frosinone in Serie C, ultimo giocatore con la maglia numero 10 di Maradona, il giorno della promozione del Napoli in serie B, e domani gli azzurri vinceranno il terzo scudetto della loro storia 33 anni dopo Diego. Le coincidenze della vita, e del calcio. Lo slittamento di Napoli-Salernitana? Sinceramente avrei preferito lasciare tutto così com’era, ci saremmo comunque trovati tutti in giro per Napoli ad ora di pranzo, si è presa una decisione in fretta, ora aspettiamo il risultato di Lazio-Inter e vedremo cosa farà il Napoli. Peccato perché non si riescono a gestire i cori razzisti di 200 persone allo stadio, non meravigliamoci se non sappiamo gestire l’ordine pubblico e questo ovviamente non riguarda solo Napoli”.
Come sta il Napoli in questo momento?
“Mercoledì ho visto gli allenamenti a Castel Volturno, ho apprezzato i controlli orientati di Kvara e Zielinski, una poesia. Tra l’altro, dopo due giorni liberi i ragazzi si sono allenati con un’intensità pazzesca, contrasti duri, cattivi, quella è la forza del Napoli. Ti alleni come giochi, il Cholito era appena rientrato e pure lui ha avuto un’intensità bellissima. Così si migliora e la domenica in campo lasci il 100%”.
Cosa si proverà domani in campo?
“Mi metto nei panni di Zielinski e Mario Rui, che hanno sfiorato lo scudetto con Sarri, sarà per loro molto emozionante ma lo sarà sicuramente per tutti i calciatori azzurri, non capita tutti i giorni di vincere uno scudetto, fermarsi un attimo e alzare la testa mentre si entra in campo sarà straordinario, poi chiaramente subentrerà la mentalità del giocatore professionista. La vittoria di Torino, il gol di Raspadori dopo l’azione con Zielinski ed Elmas, subentrati dalla panchina, hanno un nome e cognome: Luciano Spalletti. Perché Vlahovic, Chiesa e Di Maria sono entrati e non hanno reso? Perché se li metti in un contesto, in una situazione non adatta alle loro caratteristiche, non combineranno mai nulla di buono”.
Su Allegri:
“Comunicare è importantissimo. Non puoi farlo male perché ci seguono milioni di persone, ad un certo punto conta ciò che sei come persona. Avere certi atteggiamenti dopo la gara col Napoli e l’Inter, rende Allegri e Landucci persone piccole. Secondo me ha perso l’uomo Allegri, che stando zitto avrebbe fatto più bella figura”.
Sullo scudetto:
“Il calcio è fatto di momenti, ci sono salite e discese, il percorso del Napoli dal 2004 è iniziato in salita: Gela, Manfredonia, Pesaro, sono stati fatti sacrifici enormi, molte persone hanno contribuito a questo momento ed ora per il Napoli iniziano le cose belle. Si può aprire un ciclo, al di là di eventuali cessioni, esiste un prima e un dopo il terzo scudetto. Già l’anno prossimo la squadra partirà favorita, non sarà come il Leicester, la piazza di Napoli non può aspettare più 33 anni. Bisogna tenersi stretto tutto questo movimento che ha creato la società”.
Sui comunicati contro i festeggiamenti nelle altre città:
“Mi dispiace molto, anche per la città di Bergamo, che ha sofferto tantissimo per il Covid, così non si migliora mai, sono le istituzioni a dovere impedire certe cose”.
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