Il Napoli si guarda allo specchio, scoprendosi talmente bello di sera, da costringere a mettersi letteralmente le mani nei capelli. Un atto dal valore altamente simbolico, che ieri voleva esprimere meraviglia, piuttosto che profonda disperazione.
La reazione di Osimhen al gol di Insigne, ritratta dai fotografi a bordo campo, immortala il nigeriano proprio mentre compie questo movimento. Facilmente traducibile come reazione di gioia irrefrenabile davanti ad una situazione esaltante.


Una voleè da fenomeno
In effetti, il gesto del Capitano è stata tutt’altro che facile, innanzitutto dal punto di vista tecnico.
Considerando che generalmente, un giocatore “normale”, con la palla che arriva da destra, è portato per indole a predisporsi allo stop orientato con il sinistro. Preparandosi così alla giocata successiva.
Insomma, veramente sontuosa, per meccanica esecutiva, la battuta a rete di Lorenzo, capace di sbloccare il risultato. Impattando al volo di controbalzo, da vero fuoriclasse, la voleè. Alla stregua del tennista che chiude lo scambio in maniera rapida e definitiva.
L’ennesima perla da incastonare nello scrigno dei preziosi che porta inciso il suo nome.
Troppi pregiudizi sul Capitano
Inimmaginabile pensare cosa sarebbe successo se avesse compiuto una rifinitura del genere qualsiasi altro Top Player contemporaneo.
Magari uno di quelli con il culto della personalità. Tronfi ed egocentrici nel mettere sé stessi davanti agli interessi della squadra. Icone pop, piuttosto che fenomeni della pedata.
Pompati ad arte dalla stampa, manco fossero addominali ipertrofici, oppure incensati da ex compagni e avverarsi dal commento compiacente, i cd. “opinioniente“, spesso incapaci di spiegare il calcio in modo semplice, con un linguaggio comprensibile a tutti.
Il fatto che Insigne non sia un personaggio mediatico, spendibile da chi racconta le vicende del calcio nazionale e internazionale con toni compiaciuti da professori in cattedra, è cosa ormai risaputa.
Ma diventa esasperante constatare quanto pregiudizio ideologico alberghi dalle nostre parti nei confronti del numero 24 in maglia azzurra.
Francamente, ha fatto davvero venire l’orchite la disonestà intellettuale di chi, come l’asta della bandiera, oscilla tra la glorificazione selettiva di Insigne e la sua continua defenestrazione.
Godersi Insigne non è complicato
Probabilmente la questione contrattuale c’entra nulla poco o nulla, e assume un valore marginale rispetto ad un livore inspiegabile.
Forse frutto dell’invidia maturata nei confronti di chi è sostanzialmente venuto fuori dal nulla, conquistandosi sul campo il diritto ad essere annoverato nell’alveo ristretto dei migliori calciatori della sua generazione.
In effetti, godersi semplicemente il momento che sta attraversando il Napoli risulta complicato, se il dibattito continua ad alimentarsi di banalità extracalcistische.
Meno male che Lorenzo coltiva l’arte della pazienza e della tolleranza. Del resto, essere indulgente con i detrattori in servizio permanente effettivo è una prova per la quale c’è bisogno di una fortissima tenuta mentale…

