Walter Mazzarri non poteva sperare nulla di meglio per il suo ritorno all’ombra del Vesuvio. Con la vittoria contro l’Atalanta, infatti, il Napoli consolida il quarto posto, staccando di 4 punti proprio la Dea, oltre alla Fiorentina.
Ovviamente, il paziente non è ancora guarito, ma il sostituto di Garcia appare il taumaturgo giusto per invertire il trend negativo. Intermittente, sul piano del gioco e nella continuità dei risultati, la gestione del francese. Invero, a Bergamo, la squadra partenopea ha palesato comunque qualche amnesia di troppo, individuale e collettiva, in fase di non possesso.
In ogni caso, rispetto a prima, c’è la sensazione che stia cambiando radicalmente l’atteggiamento del gruppo. Evidente che i Campioni d’Italia si siano approcciati alla partita in maniera sicuramente più attiva che nel recente passato. Un’indole propositiva capace di coniugare, dunque, spirito di sacrificio e calcio qualitativo.
Buco a sinistra da colmare
Unica nota stonata di una giornata altrimenti assai positiva, il tremendo crack che ha mandato in frantumi il ginocchio di Olivera.
Sembrerà paradossale, eppure il grave infortunio accorso all’uruguagio – lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro, tornerà nuovamente a disposizione in primavera -, potrebbe favorire una transizione tattica, accelerando il passaggio alla difesa a tre, da sempre cavallo di battaglia dell’allenatore toscano.
Procediamo con ordine, per comprendere appieno lo scenario che potrebbe delinearsi, senza costringere Mazzarri a grandi stravolgimenti di formazione, funzionali a promuovere Ostigard titolare e dirottando Natan a sinistra. Piuttosto che chiedere a Di Lorenzo o Zanoli di adattarsi a svolgere un ruolo che li obbligherebbe a lavorare costantemente col piede meno abile.
Una cosa è certa: Juan Jesus non ha assolutamente il passo del terzino, tantomeno il senso della posizione. Che interpreta con le stimmate classiche del centrale difensivo.
Del resto, Gasperini, da sagace stratega, appena ha intravisto la zona in cui provare a far male al Napoli, ha ordinato a De Ketelaere di gravitare principalmente sul centrodestra. In effetti, al cospetto di un talentuoso offensive player del calibro del belga, capace d’inserirsi come attaccante puro, ed al contempo, spendersi in colpi alla stregua di un trequartista, Juan Jesus ha sofferto terribilmente.
Pur se ha tentato di disinnescarlo, ricorrendo all’anticipo, spesso però andando a vuoto, tagliato fuori dai movimenti a svuotare lo spazio del numero 17 in maglia nerazzurra, tesi a sottrarsi alla marcatura asfissiante del brasiliano.
Politano jolly di lusso
Insomma, il prolungato forfait di Olivera, aggravato già dall’assenza di Mario Rui, impone a Mazzarri letture diverse dal tradizionale.
In questo senso può essere interessante approfondire la storia professionale di Politano, che ricordiamolo, all’Inter di Spalletti (stagione 2018/19) disputa una delle migliori annate della sua carriera, giostrando da esterno d’attacco nel 4-3-3. Peccato che l’anno successivo Antonio Conte lo releghi a riserva di lusso e poco altro, concedendogli un minutaggio ridottissimo, ed esclusivamente come cambio di Ashley Young, cursore mancino a tutta fascia, nel 3-5-2. Tant’è vero che poi a gennaio Matteo chiese il trasferimento, sbarcando in azzurro.
Ecco, se Mazzarri vuole evitare di ribaltare completamente il Napoli, magari può pensare di convincere Politano a spendersi in un lavoro oscuro, impegnandosi tantissimo pure sotto la linea della palla. Riproducendo, sostanzialmente, l’assetto difensivo caro al suo modo di intendere il calcio. Potrebbe essere una soluzione per tamponare l’emergenza. In attesa che chirurghi, fisioterapisti – ed eventualmente il mercato – facciano il resto.
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