Nelle gerarchie di inizio stagione sembrava che Ostigard, nella rosa del Napoli, dovesse occupare solamente il quarto slot tra i centrali. Invece, l’emergenza in difesa, scattata a causa del doppio infortunio muscolare che ha costretto ai box prima Rrahmani, poi Juan Jesus, gli ha spalancato le porte della formazione di partenza.

E così, nell’arco di pochi giorni, il norvegese è passato dell’essere uno dei peggiori in campo a Braga, non fosse altro per la palla persa maldestramente in uscita, talmente sanguinosa da generare il pareggio dei portoghesi, a leader indiscusso della retroguardia contro il Bologna

In effetti, Zirkzee s’è dimostrato un cliente nient’affatto comodo da disinnescare. Segnerà anche poco, rispetto alla gran mole di lavoro che si sobbarca là davanti. Nondimeno, marcarlo diventa difficile, perché è un muscolare, dotato però di qualità nei fondamentali. Protegge bene la palla col corpo, non ha paura di fare a sportellate. Insomma, è il classico attaccante capace di abbinare qualità a fisicità.

Maggior equilibrio e compattezza

Uno scenario che non ha depresso Ostigard, stimolato tra l’altro, a dare un’occhiata pure a Natan, all’esordio in maglia azzurra dal primo minuto. Ebbene, nonostante si siano ritrovati titolari (quasi…) per caso – manco si fossero imbucati ad un party esclusivo privi di invito -, entrambi hanno disputato una prestazione senza sbavature. Soffrendo poco o nulla la fase offensiva degli emiliani. 

Specialmente l’ex Genoa di testa le ha prese tutte, garantendo al contempo un prezioso contributo in copertura le volte in cui il brasiliano rompeva la linea, accorciando in avanti su Ferguson.

Effettivamente, al “Dall’Ara”, il Napoli ha veicolato in tifosi e addetti ai lavori la sensazione di poter difendere con maggior equilibrio e compattezza.

Ovviamente, il momento critico che sta attraversando Garcia obbliga l’allenatore a confermare la coppia centrale, nel match con l’Udinese. Una scelta dettata dalla contingenza, che alimenta il dibattito sulla lunghezza dell’organico azzurro, nonché sulla reale competitività delle alternative in panchina.

Ad oggi le amnesie nel sistema difensivo dei Campioni d’Italia hanno prodotto conseguenze nefaste in termini di posizione in classifica. Se come si mormora in giro, De Laurentiis sta riflettendo circa la fiducia concessa finora al tecnico francese, obbligandolo a svoltare in campionato attraverso il trittico con Udinese, Lecce e Fiorentina, oltre a evitare una imbarcata col Real Madrid, tale da pregiudicare la qualificazione agli Ottavi di Champions, allora ristrutturare l’assetto difensivo diventa un passaggio doveroso.

Letture preventive e difesa posizionale

Dunque, in attesa del rientro di Rrahmani, fulcro tecnico ed emotivo della retroguardia dopo la cessione di Kim, e ricordando come Juan Jesus sia comunque sottoposto ad un logorio fisico per certi versi inevitabile, Garcia sviluppa nuovi orizzonti, funzionali a mantenere intatti gli obiettivi della squadra partenopea.

L’atteggiamento tattico del Napoli, baricentro basso e difesa posizionale, richiede ai centrali un ampio lavoro sulle letture preventive: sottrarre la profondità agli avversari, “mangiarseli” nell’uno contro uno. Tutte giocate adatte a centrali dalle caratteristiche di Ostigard e Natan. Opposti domani sera a due offensive players ben assortiti come Lucca e Thauvin.

La coppia d’attacco dell’Udinese non si limita a “vedere” la porta, ma svolge molteplici compiti in appoggio alla manovra. Lecito quindi aspettarsi un mucchio di situazioni potenzialmente pericolose per la ristrutturata retroguardia azzurra.

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