Dopo la disfatta di ieri sera divampano le polemiche intorno al Mister Nicola che, forse incautamente, ha optato per una formazione a dir poco rimaneggiata. Intendiamoci, il botto è stato fragoroso e l’umiliazione subìta la settimana successiva al ricordo degli Invincibili un’onta troppo grande da digerire, ma addossare tutte le responsabilità al tecnico di Vigone è esercizio francamente ingiusto e fuorviante.

La responsabilità di questa situazione come ripetiamo da troppo tempo su queste pagine e non solo ha un nome e cognome ben preciso: URBANO CAIRO. Per chiarezza lo scriviamo tutto maiuscolo anche per i più disattenti.

Ebbene sì, il collezionista di figuracce, uomo di tutti i record negativi di oltre 100 anni di storia, ne ha collezionato un altro. Mai nella lunga storia granata uno stesso presidente ha subito l’onta dei 7 gol subiti in più partite ma evidentemente, per il Cavaliere di Masio, essere ricordato ed essere indiscutibilmente il peggior presidente del fu Torino non ha molta importanza.

Fare un’analisi della partita di ieri sera sarebbe come “sparare sulla croce rossa” e distoglierebbe l’attenzione dalle evidenti responsabilità di una dirigenza inesistente, figlia di una Presidenza a dir poco dilettantistica (forse ai tempi la Pro Cascine Vica, squadra dilettantistica dell’hinterland torinese, era squadra ben più organizzata del Torino FC odierno).

Il Torino (non chiamatelo mai più Toro per favore) sceso in campo ieri è apparso completamente vuoto, inadeguato perfino forse ad un campionato di Serie B.

La situazione della formazione di Urbano Cairo si racchiude perfettamente nell’ultima ed estenuante vicenda che riguarda il Robaldo, presunto centro sportivo che ad oggi è più una giungla tropicale che un centro d’allenamento. Ebbene sì, perché il prodigo Cavalier di Masio ha aperto un contenzioso per poche migliaia di Euro a causa di alberi e arbusti ormai totalmente fuori controllo, bloccando ovviamente l’inizio dei lavori, fermi da più di 5 anni o meglio mai iniziati.

Il risultato di ieri sera è frutto di una dirigenza, quella voluta dal Presidentissimo di Alessandria, completamente inesistente e mai adeguata a partire da Antonio Comi, ai vari DS succedutisi nel corso degli anni e mai adeguati per una qualsiasi formazione professionistica.

Il risultato di ieri sera è frutto dello smantellamento totale delle formazioni giovanili dove, salvo pochi anni di gloria, la mediocrità la fa da padrona. Di tutti i potenziali talenti, gli unici che hanno trovato spazio in prima squadra e che potrebbero avere un po’ di mercato sono Bongiorno e Singo, il resto nulla.

Il Toro primavera peraltro ha rischiato a lungo la retrocessione e anche lì la confusione regna sovrana. Aggiungiamo peraltro da fonte certa che anche i mezzi tecnici messi a disposizione sono inadeguati per non dire inesistenti, dove perfino i gagliardetti da scambiare con le squadre minori nei tornei sono contingentati per risparmiare e i giacconi invernali dei giocatori stessi sono quelli vecchi riadattati.

Nonostante la manifesta incapacità, Urbano Cairo ha tuttavia sempre la fortuna di avere dietro il suo e ripetiamo solo suo Torino squadre forse messe peggio a livello di organico salvandosi affannosamente: salvezze ottenute più per demerito altrui che per meriti propri.

Anche ieri sera la Dea Bendata ha sorriso alla sciagurata formazione granata grazie alla contemporanea sconfitta del Benevento, sempre a 4 punti dai granata, ed al pareggio dello Spezia prossimo avversario domenica. Un pareggio ad entrambe le formazioni (soprattutto ai granata) potrebbe garantire, in caso di non vittoria del Benevento, la salvezza matematica ma attenzione a non fare troppi calcoli perché gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo e la salvezza tutt’altro che scontata.

A proposito, l’ultima gara di campionato sarà con tutta probabilità anche l’ultima gara in maglia granata del capitano Andrea Belotti che ha già pronta la valigia in direzione Milano sponda rossonera che con la quasi certa qualificazione in Champions potrà finalmente arrivare al bomber del Toro, a lungo corteggiato. La formula dovrebbe essere quella dello scambio con 2 giocatori da valutare più un piccolo conguaglio economico possibile. Sarà anche l’ultima per Salvatore Sirigu, uscito in lacrime ieri sera dopo l’umiliazione subita e che tanto ha dato in questi anni, soprattutto il primo anno della gestione Mazzarri.