Probabilmente il Napoli che sta letteralmente dominando in campionato ha abituato troppo bene il pubblico del “Maradona”, parzialmente deluso, dunque, dal primo tempo tragicomico dell’Italia.
La Nazionale, infatti, inizia malissimo e viene subito messa sotto dall’Inghilterra. Altro che calcio qualitativo espresso con grande intensità, marchio di fabbrica della capolista in Serie A.
Gli Azzurri di Roberto Mancini sembrano privi dell’energia straripante per accelerare ogni volta che se ne presenta l’occasione. Così si ritrovano una classifica per l’Europeo già in salita.
Una cattiva predisposizione mentale, prim’ancora che tecnico-tattica, alla gara, solo in parte ribaltata dalla reazione nella ripresa, non giustifica affatto l’approccio molle e inconsistente palesato nei primi 45’.
Maluccio Di Lorenzo
Evidentemente che c’è qualcosa che non va nei meccanismi predisposti dal Commissario Tecnico, se anche un giocatore come Di Lorenzo appare incapace di fermare o solamente limitare Grealish, arginandone le folate.


Indubbiamente difficile da contenere, l’esterno del Manchester City, in grado di mandare in tilt l’intero sistema difensivo dell’Italia. Uno che prova un gusto enorme nel tentare sontuose giocate nello stretto, oppure tagliare in diagonale verso il centro. Ribaltando con due tocchi il fronte d’attacco per la sua squadra, e mettendo in imbarazzo il capitano del Napoli come non gli capitava da tempo.
Ovviamente, sul giudizio finale della prestazione del terzino partenopeo pesa come un macigno pure l’episodio che ha propiziato il raddoppio.
Al 41’ su un corner a favore degli inglesi, il pallone arriva a Kane, marcato proprio da Di Lorenzo: il braccio largo del difensore convince l’arbitro Jovanovic a punire l’intervento con il rigore, realizzato poi dallo stesso centravanti del Tottenham.
Politano tanta roba
Ben diverso lo spessore offerto da Politano, subentrato al 62’ per uno spento Berardi, che ha continuato a sbattere inesorabilmente contro la marcatura di Shaw.
L’ingresso dell’esterno del Napoli ha rappresentato una benevola scarica di adrenalina, capace di determinare quella classica scossa in un encefalogramma altrimenti piatto.
Mancini gli ha chiesto esplicitamente di mettersi nella condizione ideale per ricevere in isolamento, prendendo una posizione larga e profonda. Perché Matteo è un’ala cui piace tanto avere il pallone tra i piedi. Quindi, niente sviluppo in catena, con il compagno di club pronto a sovrapporsi. Bensì, la volontà di puntare l’avversario diretto e creare superiorità numerica.
Il suo stile di gioco un tantino barocco, fatto di strappi in conduzione, finte e ubriacanti cambi di direzione, ha spostato comunque in avanti il baricentro dell’Italia di almeno trenta metri.


In effetti, il laterale mancino del Manchester United se l’è lasciato sfuggire più volte, prima di farsi espellere per un fallo su Retegui.
Adesso gli Azzurri sono attesi dalla trasferta di Malta. Magari è arrivato il momento che il C.T. sovverta certe gerarchie, soprattutto là davanti, concedendo maggiore fiducia nell’offensive player di Spalletti.
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