De Laurentiis vincerà, la SSC Napoli vincerà eppure si continuerà la guerra di casa. Si continuerà a giocare con i sentimenti della città.
Lo ribadiamo per zelo e correttezza. De Laurentiis è patron e proprietario del Napoli calcio. Può far ciò che ritiene più utile per la sua azienda, resta il fatto che a Napoli, si vive di passione, il calcio non è solo pallone e la realtà locale non è per niente un ghiacciolo.
Vincerà Aurelio ma l’amore è tutta altra cosa. Che gran peccato. Quasi da studio psicologico questo rapporto tra presidente e città. Amore mai sbocciato. “Sopportazione” pseudo garbata. Comunione di interessi.
Sconcerta. Davvero sconcerta il clima di sfida tra patron De Laurentiis e parte della tifoseria. Si sta riuscendo in un paradosso più grande del miracolo 2023.
Si sta riuscendo ad autoinfliggersi una punizione in un momento di enorme felicità.
Tafazzi, il personaggio di “Mai dire gol” che si procurava dolore nelle parti intime per festeggiare. Un assurdo. Onestamente stupisce e “sgomenta” come si possa arrivare ad uno scontro in famiglia pur nel giorno più bello. Litigare il giorno delle nozze. Girarsi la faccia e ritirarsi in buon ordine. Ha dell’incredibile quel che sta accadendo a Napoli. Chi aveva creduto ad una festa di popolo, una sinergia di varie “chiese” ed una unione globale, si è profondamente sbagliato.
Il pretesto è il caro biglietti, il “divieto” di utilizzare bandiere all’interno del Maradona, la gestione dello stadio come il Metropolitan di New York ed insomma la visione tutta “aureliana” del marchio Napoli.
Nulla da fare, anche dinanzi al più bel momento di gioia, c’è possibilità di far guerra. Che tristezza. Che peccato infinito, rendere oleoso questo bel torrente.