La pausa per le nazionali ha mandato in copertina Scott McTominay, autore di due reti con la Scozia in Nations League. Al momentaneo 2-2 realizzato contro la Polonia, gara che finirà poi con la sconfitta casalinga della “Tartan Army” (2-3), in cui aveva segnato anche l’altro neo-acquisto del Napoli, Gilmour, è seguito l’illusorio vantaggio con il Portogallo, che la ribalta nel finale grazie all’ennesimo gol di Cristiano Ronaldo, in uscita dalla panchina. Il numero 901 in carriera: una statistica che contribuisce ad alimentare, se ancora non bastasse tutto quello che ha fatto finora, l’ego smisurato di CR7.

Insomma, all’ombra del Vesuvio c’è una discreta attesa nei riguardi di McT, su cosa potrà fare di interessante nella mediana di Conte. Perché l’ex Manchester United, offrendo un ventaglio di soluzioni in termini di qualità e dinamismo, ha sicuramente il potenziale per sorprendere anche in Serie A. Del resto, lo scozzese rappresenta la tipologia ideale di cosa debba garantire oggi un tuttocampista in chiave moderna. Ovvero, una interpretazione fluida, per cui potrebbe scambiarsi comodamente la posizione con Lobotka, abbassandosi per ricevere lo scarico dai difensori centrali. Oppure, avviare l’azione offensiva, buttandosi alle spalle dei centrocampisti avversari, ricevendo tra le linee. Come per esempio faceva benissimo Zielinski. Colui che più di tutti, in maglia azzurra, ha incarnato ultimamente lo spirito evolutivo del ruolo.

Anguissa “passista” ma non troppo

In questa prospettiva, è opportuno sottolineare che Conte ha mutato alcuni principi, rinunciando alle classiche mezzali associate al regista, sfumando le differenze nelle mansioni loro assegnate. E disegnando un centrocampo con caratteristiche diverse rispetto agli anni scorsi. Così, al vertice basso che dirige la manovra – il pivote slovacco, imponendo la propria volontà con la palla -, a determinare la progressione del possesso provvede la collaborazione di una sola risorsa, con qualità atletiche importanti: entrambi elaborano in maniera accorta il gioco, che sia sviluppo o rifinitura.

Anguissa è chiaramente un profilo che può compensare le scelte del compagno di reparto. Perché ha letture tali da consentirgli di collaborare efficacemente nella costruzione assieme a Lobotka. Ma palesa qualche difficoltà nel ruolo di interno “passista”, in grado cioè di coprire grandi porzioni di campo.

Una sorta di equivoco tattico, quindi, assilla attualmente il Napoli. Con il camerunese che ha i tempi giusti per attaccare gli spazi liberi nella trequarti offensiva, occupandoli in movimento. A quel punto, con Zambo fuori zona di competenza, vale il principio della coperta corta: sulla ripartenza possono aprirsi dei buchi, in cui si infilano gli avversari. Portando alle estreme conseguenze l’inferiorità numerica in fase di difesa posizionale. Generando de facto un corto circuito nella solidità sottopalla degli azzurri.

McTominay pronto all’uso

L’idea di cambiare qualcosa a centrocampo frulla nella testa di Conte. Considerando pure che Anguissa tornerà a ridosso della gara col Cagliari, causa impegni con la sua nazionale. Dunque potrebbe finalmente scoccare l’ora di McTominay, straordinario per l’abbinamento di tecnica e fisicità. Lo scozzese non è affatto un profilo che interpreta il ruolo in maniera compassata. Anzi, sembra maggiormente a proprio agio se la squadra lavora alzando il baricentro. Lì McT è decisamente impattante, in quanto libero di seguire il suo istinto nel proporsi in avanti. Nonché aggredire per portare pressione e recuperare subito il pallone.

Insomma, il classico box-to-box. Che si inserisce puntualmente col giusto timing, restituendo il senso del suo calcio. Facendogli crescere attorno la rete delle connessioni.

All’ombra del Vesuvio sperano tanto possa diventare un leader dominante, come ha dimostrato abbondantemente in Premier League. Ergo, i tifosi azzurri si augurano che l’ex Red Devils colga l’occasione per convertirsi nel faro che illumina il giropalla, anche se non nel senso convenzionale del termine, capace di vedere con lucidità e sagacia le cose in anticipo, all’interno di un contesto alquanto complesso.

In organico ci sono quattro centrocampisti per due slot. Nondimeno, nulla vieta di immaginare che l’allenatore possa cambiare, dando un’altra identità al Napoli nella zona nevralgica. Un quesito a cui potremmo dare una risposta soltanto dopo averlo visto all’opera. Magari già domenica alla Unipol Domus.

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