In diretta a “Punto Nuovo Sport Show“, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Enrico Castellacci, presidente de L.A.M.I.C.A. Il dottore si è soffermato sull’infortunio di Lozano e le partite ogni 3 giorni.
“Infortunio di Lozano? In una partita eccezionale bisogna fare scelte eccezionali. Con i cinque cambi il ruolo del medico è fondamentale”.
“Non mi permetterei mai di criticare un collega. Non conosciamo le dinamiche reali e poi per quel che so i medici del Napoli sono ottimi professionisti. Non lo dico per difesa d’ufficio. Farei due valutazioni: partita estremamente importante che per Rino Gattuso voleva dire tanto. Si fa male un giocatore, ci sta che l’allenatore voglia che lui rimanga data la partita. Quindi c’erano tutte le caratteristiche per cui un allenatore lo lasciasse in campo c’erano tutti. Poi che l’infortunato vada a fare l’ala è un classico. Il medico sa che il giocatore può peggiorare. Credo che la decisione sia stata presa di comune accordo, ma era un momento eccezionale. Non ne farei né una polemica né un dramma. Non colpevolizzerei nessuno. Un’altra emittente mi ha parlato di una lesione di secondo grado, ma una lesione di secondo grado può recuperare anche prima”.
Il tiro di Lozano ha aggravato la situazione? È giusta come riflessione.
“Chiaramente una volta che calcia e va in estensione, stendi il bicipite e senti dolore. Che poi possa essersi aggravata, come facciamo a dirlo, non abbiamo una risonanza. Ribadisco: voi siete maestri, era una partita particolare e si prendono decisioni eccezionali anche se possono creare problematiche”.
Il fatto che si giochi ogni tre giorni influenza il modo di lavorare dello staff medico e dello staff medico, rischiando di affrettare i recuperi? Domanda interessante.
“Chiaramente giocando ogni tre giorni i rischi aumentano. I famosi danni muscolari che i giocatori hanno nel giro si recuperano dopo 3-4 giorni, i DOMS, microlesioni muscolari quando si gioca una partita. Ormai giocare ogni tre giorni, però, è diventato quasi routinario. È ovvio che la muscolatura ne risente, ma si possono fare anche i 5 cambi che cercano di compensare questi sovraccarica. La preparazione deve essere diversa. L’approccio al giocatore è diverso dal punto di vista fisioterapico. Sappiamo come le preparazioni si differenziano se giochi più partite a settimana. Il compito del medico è grosso, bisogna avere esperienza e personalità per dire quali giocatori sono a rischio”.
Non colpevolizzo i medici, ma la realtà dello spogliatoio è diversa rispetto a quello che si percepisce dall’esterno.
“Ci sono studi bellissimi in cui ci fanno vedere come le lesioni siano diverse a seconda del ruolo e ci sono molti allenatori che vorrebbero fare allenamenti diversi a seconda del ruolo. Questo è molto interessante e rientra negli studi che si stanno facendo”.