A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Eduardo Chiacchio, uno dei principali esperti di Diritto Sportivo in Italia. Ovviamente, con il noto avvocato era impossibile non toccare l’argomento della squalifica di due giornate a Osimhen: “Il Giudice Sportivo non fa altro che applicare il referto di gara. Noi parliamo sempre al buio degli atti. Avendo trattato numerosi casi di ricorsi in Corte d’Appello, a mio avviso questa sanzione deve essere ridotta ad una gara per diversi motivi...”.

Così Chiacchio entra maggiormente nello specifico, senza tuttavia trascendere del cattedratico o professorale. Le sue spiegazioni semplificano oltremodo quello che potrebbe essere successo in Camera di Consiglio, illuminando tifosi o semplici curiosi: “In primis, si parla di pallone non a distanza di gioco. Ricordiamo che per poter valutare un appello bisogna partire dalla delibera impugnata. Questa delibera parla di condotta violenta, schiaffo volontario al volto dell’avversario con pallone non a distanza di gioco. In queste parole abbiamo tre elementi difensivi: ‘pallone non a distanza di gioco’ significa che quando il gioco si svolge in area di rigore e a centrocampo c’è uno schiaffo ad un avversario il pallone è a distanza di gioco…“.

L’avvocato si rifà a sentenze passate, per spiegare come e dove potrebbe appigliarsi il Napoli, nel tentativo di derubricare il gesto del centravanti nigeriano, ottenendo magari un piccolo sconticino di pena: “Per la Giurisprudenza consolidata negli ultimi tempi si è appreso che quando si batte un calcio d’angolo o di punizione in prossimità dell’area di rigore non esiste più la distanza di gioco, essendoci venti persone in movimento da quelle parti, ed il pallone è sempre a distanza di gioco. La dizione “non a distanza di gioco del pallone su calcio d’angolo” è errata. Il pallone era a distanza di gioco perché nessuno poteva sapere dove sarebbe caduto il pallone!“.

Questo, invece, il secondo argomento oggetto di analisi da parte del noto legale: “Atto violento: nel momento in cui esistono venti persone che si agitano e il giocatore non si rende conto del movimento della mano, può esserci l’espulsione, perché forse il calciatore ha sbagliato a muovere le braccia: Ma parlare di atto violento mi pare inopportuno e non connesso al caso d’esame“.

Chiacchio conclude la sua “arringa virtuale” con un terzo motivo che spingerebbe il Napoli sulla via della fiducia avverso il ricorso contro le due giornate di squalifica: “Il giocatore colpito va a terra, non ha postumi, dolori, fastidi fisici e in campo non c’è stato bisogno dell’intervento dello staff medico. Nessun danno, quindi, non si tratta di comportamento violento, ma antisportivo. Che così qualificato genera una gara di squalifica. Noi parliamo al buio degli atti e siamo penalizzati, sappiamo solo che il calciatore è stato colpito al volto con uno schiaffo mentre il pallone si trovava in un’altra parte del campo, secondo quanto scritto sul referto. Abbiamo dimostrato che non è vero per motivi tecnici e che la pena va ridotta”.

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