Talvolta il campo è un giudice spietato, assai più severo di tifosi e commentatori vari. Ne sa qualcosa Cajuste quanto sia stato complicato il suo esordio. Facile confondersi nel pomeriggio di Frosinone, mentre attorno a te tutto cambia freneticamente rispetto alle precedenti esperienze professionali maturate in Ligue1.
Almeno apparentemente, affidargli una maglia da titolare s’è rivelata una scelta azzardata. Garcia però avrà pensato che potesse trarre giovamento dal muoversi in un centrocampo già abbondantemente collaudato.
Identica infatti la principale fonte di produzione del gioco, Lobotka; nonché l’altro compagno di reparto: quel Zielinski apparso in vena di esprimere il suo ampio repertorio tecnico, proponendosi offensivamente, oltre a cucire la manovra con i tempi giusti.
Sicuramente, dal punto di vista emotivo, non deve aver fatto bene allo svedese l’entrata sgraziata su Baez dopo pochi minuti, che ha procurato il rigore. Una ingenuità, piuttosto che una scorrettezza volontaria, frutto di una errata lettura della situazione.
Trascurando la teatralità con cui l’esterno del Frosinone s’è lasciato cadere, manco l’avesse folgorato una saetta, probabilmente Cajuste doveva limitarsi a prendere posizione. Del resto, l’avversario diretto era di spalle, quindi poteva rendersi poco pericoloso, oppure appoggiarsi esclusivamente all’indietro.
Anche in occasione dell’ammonizione, un intervento spericolato, da “cartellino arancione” più che da semplice ammonizione, bastava temporeggiare invece di affondare in maniera irruenta il tackle.
Nondimeno, in Ciociaria ci sono comunque stati sprazzi di futuribilità. Nel senso che lavorando sulla concentrazione, ci saranno altre opportunità di rivederlo nell’undici di partenza.
Perché al netto di qualche giocata confusionaria, imputabile alla foga, l’ex Reims ha palesato il suo potenziale. Una feroce determinazione nel cercare l’anticipo in mezzo al campo, prerogativa necessaria per pressare in funzione dell’intercetto o sporcare le linee di passaggio.
Insomma, malgrado si sia voluto rimarcare il campionario di errori, e pur riconoscendo che attualmente non possiede ancora, nella testa oltre che nelle gambe, il ritmo per collaborare alle geometrie della manovra partenopea, sarebbe lecito sospenderne la solenne bocciatura.
Naturale che quando poi è subentrato Anguissa, il Napoli abbia fatto la differenza. In ogni caso, Cajuste va accompagnato nel percorso di crescita, con affetto e sostegno.
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