Bruno Giordano, intervistato dai colleghi del Corriere dello Sport, parla del trittico di partite tra Napoli e Milan e si rituffa in un passato glorioso, dal sapore eterno di storia e bellezza.
Ecco quanto, delle parole dell’ex Napoli, evidenziato da persemprenapoli.it:
“Ci stanno riportando indietro a quel Napoli-Milan epico. Ora come allora, c’è la Storia: noi la facemmo vincendo il primo scudetto, questi ragazzi la stanno riscrivendo sublimando il calcio. C’è un senso di allegria che appartiene al Napoli attuale e che riconduce al nostro (…) La prima darà in qualche modo un indirizzo psicologico alle altre, perché finirà per azzerare tutto quello che è successo in campionato. Non dico che il vantaggio non conti, però diventerà relativo anche alla luce delle strategie di Champions, che sono diverse: lì ci sono 180’ minuti in cui ci metterai dentro ogni dettaglio, anche quello che non ti appartiene, un episodio costruito dal destino, una svirgolata, un errore sotto porta o del difensore, un raffreddore.
Bisognerà calarsi in una realtà che ignori gli otto mesi precedenti. Fattore invisibile?La Storia. Il Milan l’ha fatta, la sa raccontare con Maldini, con Baresi, i giocatori la vivono quando arrivano a Milanello e attraversano i saloni dei trofei. Il Napoli vuole regalarsela. Ha un’occasione irripetibile, però non cambio il mio pronostico del girone: ognuna avrà il 25% e Spalletti fa benissimo a mantenere questo profilo basso. In cuor loro, lui e i calciatori, sanno di aver vinto lo scudetto ormai da un mese, ma non se ne curano: vanno a Torino e sullo 0-2 cercano il terzo gol, poi il quarto.
Così si allena la testa. Complimenti davvero. Sarebbe semplice puntare sugli attaccanti, da una parte e dell’altra, o sul carattere e la personalità di alcuni singoli. Ma per me queste partite le decide il centrocampo e io punto su Lobotka, su Anguissa e su Zielinski. Rappresentano, nella combinazione, il talento e l’equilibrio allo stato puro, fanno filtro e creano, hanno la capacità di rendere semplici procedimenti complicati (…) Sarebbe una rivincita, se andasse in un certo modo. Può aprire un ciclo, come lo fece quel Milan di Sacchi che venne a vincere al San Paolo.
Lì nacque quella favola. L’avessimo pareggiata, chissà, magari sarebbe successo altro. Ma questi sono i se ed i ma. Io con il Napoli di Spalletti mi diverto, c’è un calcio internazionale, una mentalità aperta, una disinvoltura nel rendere incantevole il gioco. Magari non sarà stavolta, perché il pericolo è dietro l’angolo, ma qui ci sono le basi per costruire qualcosa di immenso e di duraturo“.
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