Un vero e proprio assedio. La partita di ieri tra Napoli e Barcellona ha visto, per lunghi tratti, un dominio blaugrana al Maradona. La squadra di Spalletti è apparsa spenta, con una mediocre proposta di gioco basata su contropiedi e poco altro. Ma c’è una determinata caratteristica della gara di ieri che proprio non va giù ai tifosi del Napoli.
Dieci tiri del Barcellona in area di rigore avversaria. Sei da fuori area. Tre grandi occasioni da rete per la squadra di Xavi, di cui due mancate (fonte SofaScore). Numeri emblematici, che evidenziano una fitta costruzione dal basso della squadra di Spalletti. A onor del vero, non è la prima volta che questa organizzazione tattica viene registrata all’interno del meccanismo calcistico partenopeo.
Ancora oggi, la costruzione dal basso divide gli addetti ai lavori del mondo del calcio. Tra conservatori e riformisti, rivoluzionari e allenatori vecchio stampo, c’è la netta sensazione che non si possa giungere ad una sintesi di tale filosofia calcistica. Tuttavia, ancora una volta, la verità sembra star nel mezzo.

La costruzione dal basso è ormai un dettame tattico che sta diffondendosi a macchia d’olio nel gioco del pallone degli ultimi anni. Il metodo di partenza dal basso è condiviso da così tanti allenatori, perché capace di portare dei benefici alla ripartenza della squadra.
I benefici del gioco dal basso
La costruzione dal basso permette, a chi la propone, di evitare di perdere il pallone immediatamente. Se spazzando lontano la palla c’è un’alta probabilità di perdere il pallino del gioco, fraseggiando palla a terra, già dai primi tocchi dopo la rimessa del portiere, si può infittire la propria rete di passaggi.
Se organizzata bene, la costruzione dal basso può portare anche ad un superamento della linea di primo pressing avversario e alla creazione di spazi in cui creare gioco. Dunque, è una filosofia calcistica che dipende anche dall’approccio della squadra avversaria alla partita.
I contro del gioco dal basso
Ad ogni buon conto, la scorsa serata il Napoli ha commesso un grave errore proponendo la costruzione dal basso, proprio perché aveva di fronte una squadra che fa del primo pressing una peculiarità. Nel momento in cui si cerca in continuazione di ripartire palla a terra, contro il Barcellona si paga dazio; infatti la squadra di Xavi ha quasi sempre intercettato la prima linea di passaggio del Napoli e spesso si è trovata a tu per tu con Meret. Sprecando anche tante occasioni.

In definitiva, la costruzione dal basso può essere uno strumento utile se utilizzato contro squadre remissive, che tendono ad aspettare l’avversario e di certo non fanno del primo pressing una propria prerogativa.
Resta una filosofia calcistica affascinante, opinabile, con grandi potenzialità e altrettanti pericoli. Va dunque, come tutte le altre organizzazioni tattiche, contestualizzata ed utilizzata in modo intelligente.
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