Il calcio metodico ideologizzato da Gasperini non è poi così tanto distante da quello “contemporaneo”, dall’indole decisamente proattiva, come potrebbe apparire agli occhi di superficiali analisti. Forse influenzati dalla scelta di marcare individualmente in ogni zona del campo, caratteristica impressa nel codice genetico dell’Atalanta. Anzi, pur estremo e radicale in alcune delle sue peculiarità, a volte spigolose, ma comunque in linea con una precisa filosofia tattica, l’allenatore della Dea pensa e ragiona in funzione di una squadra molto ben organizzata. Che pressa ovunque intensamente, per recuperare presto il pallone, senza paura di dover continuamente affrontare situazioni di uno contro uno. Puntando di fronte a Carnesecchi su un blocco forte e consolidato come quello formato da Scalvini e Kolasinac in qualità di “braccetti”, con Djimsiti nel mezzo.
Insomma, Gasperini cerca di sfruttare tutto il potenziale degli uomini in rosa, mostrando al contempo una grandissima capacità nell’adattare i principi al contesto. Specialmente in fase offensiva, dove gli orobici cercano di trovare spazio fra le linee e in profondità. In questo scenario, spostare Koopmeiners nella posizione di trequartista, affiancandogli De Ketelaere, ha cambiato totalmente il modo di attaccare dei bergamaschi. Entrambi infatti stanno apportando un contributo fondamentale nella rincorsa alla zona Coppe dei nerazzurri.
L’olandese, grazie alle sue caratteristiche, nonché alla intuizione del tecnico, s’è trasformato da centrocampista centrale in incursore, occupando porzioni di campo per lui inedite in precedenza. Il belga invece ha superato le aspettative, dimostrandosi un offensive player completo e affidabile. Cambiando totalmente volto al suo rendimento rispetto all’esperienza col Milan. In rossonera aveva brillato solo a sprazzi. Rispetto al passato ha accettato di piegare il talento alle esigenze del collettivo. In cambio sta vivendo una stagione da assoluto protagonista. Oggi è innegabilmente un punto di forza, davvero imprescindibile nel sistema di gioco atalantino.
Dubbio De Ketelaere
Peccato però che Koopmeiners e De Ketelaere siano tornati dalle nazionali con problemi fisici. Dunque il loro impiego contro il Napoli dovrà necessariamente essere valutato nei prossimi giorni. Contrariamente alle preoccupazioni iniziali, l’infortunio patito dall’olandese sembra meno grave del previsto: una semplice contrattura dovuta a impatto traumatico. Diagnosi che apre alla concreta possibilità di vederlo tra i titolari nel lunch match di sabato Meno incoraggianti le notizie sul fronte belga. Il problema all’adduttore non alimenta affatto l’ottimismo. Improbabile quindi che possa giocare al “Maradona”.
Allora Gasperini pondera l’alternativa Pasalic. La manovra cambierebbe soltanto uno degli interpreti, mantenendo invariati gli sviluppi. Anche la mezzala croata garantisce varietà di soluzioni, poiché ha una vocazione a galleggiare tra le linee, inserendosi poi negli spazi aperti dal centravanti. Una giocata che Lookman è in grado di assecondare, muovendosi con intelligenza negli ultimi sedici metri.
Del resto, avere chiarezza d’intenti è uno dei prerequisiti che ha consentito all’Atalanta di condurre una stagione finora assai positiva attraverso un gioco tutt’altro che scontato. Dove i “quinti”, Holm a destra e Ruggeri sul lato opposto, forniscono ampiezza. Inoltre, rimanendo alti e aperti in fascia, “fissano” il terzino avversario sul loro lato. Permettendo ai trequartisti di fiorire, mentre esplorano i corridoi intermedi alle spalle della mediana altrui.
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