Pare che Cristiano Giuntoli stia progettando un colpo a effetto. Il diesse ha messo gli occhi su Adama Traoré. Ma procediamo con ordine.
Il Napoli è volato ad Antalya per prepararsi al meglio in vista della ripresa agonistica post Mondiale, con l’evidente intenzione non solo di ricaricare le pile, ma anche per confermare quanto di buono fatto vedere finora.
Ecco perché, nonostante gli azzurri siano saldamente in vetta alla Serie A, nonchè negli Ottavi di Champions, la direzione sportiva partenopea continua a guardarsi intorno. Magari a gennaio non interverrà sul mercato, tranne se non si concretizzasse un affarone. Cosa alquanto improbabile.
Dubbi Lozano sul rinnovo
Probabilmente, invece, il d.s. sta già lavorando sottotraccia per cominciare a sondare le intenzioni di chi andrà in scadenza nel 2024. L’idea resta quella di non disturbare l’armonia di un gruppo compatto e coeso, che sta letteralmente volando sulle ali dell’entusiasmo. E vuol continuare a farlo pure nel prossimo futuro.
Tuttavia, bisogna comunque capire se taluni abbiano voglia di rinnovare i loro contratti, piuttosto che cercare una nuova esperienza professionale altrove.
Se ne riparlerà con calma in primavera. Però certe situazioni – tipo quella di Hirving Lozano – vanno affrontate per tempo. Al momento, il messicano sembra l’unico che potrebbe decidere di cambiare aria la prossima estate. A quel punto, si aprirebbe un buco in organico, da colmare con l’esterno del Wolverhampton, che arriverebbe a parametro zero a giugno. Adama Traoré è il profilo ideale per sostituire El Chucky, pur interpretando il ruolo in modo diverso.
In effetti, a prima vista non da neppure l’impressione di essere un calciatore, con quel corpaccione ipertrofico, che lo fa assomigliare più ad un culturista. Nondimeno, è abbastanza rapido. Inoltre, padroneggia l’attrezzo in situazione di uno contro uno, come una classica ala d’attacco dribblomane.
Un muscolare con gamba, insomma, che coniuga indubbie qualità tecniche a potenza straripante.
Conosciamolo meglio…
Premier e “Spirito Santo”
Cresciuto calcisticamente nella Masia, la “cantera” del Barcellona, ha lasciato i blaugrana dopo aver collezionato soltanto quattro presenze in prima squadra. A poco è servito essersi messo in luce nella UEFA Youth League – che conquista da assoluto protagonista – nella stagione 2013/14.
Il suo stile divertente attira immediatamente le attenzioni della Premier League. Così, nell’agosto 2015, l’Aston Villa versa la bellezza di dodici milioni nelle casse del Barça per portarselo via.
Le cose, purtroppo, non vanno come preventivato: a fine anno la squadra di Birmingham retrocede e Traoré colleziona la miseria di 10 presenze, tra una sanzione disciplinare e l’altra comminata dal club.
Passa dunque al Middlesbrough. Un biennio contraddistinto prima dall’ennesima retrocessione in Championship; poi da un campionato “cadetto” esaltante, condito da tanti strappi in conduzione, che gli permettono di essere inafferrabile per chiunque tenti di contenerne la fisicità debordante. A quel punto, il Wolverhampton, neopromosso in Premier, sborsa circa 20 milioni di euro per aggiudicarselo.
L’incontro con Nuno Espírito Santo segna in maniera irreversibile il gioco di Traoré. L’allenatore portoghese ne sfrutta appieno le caratteristiche, soprattutto nei duelli individuali sulle corsie laterali. In aggiunta all’affiatamento maturato con il centravanti messicano Raúl Jiménez.
I due non si pestano affatto i piedi. Anzi, si intendono a meraviglia, con movimenti posizionali sincronizzati per arrivare al cross. Una simbiosi perfetta in grado di reiterare sempre il medesimo canovaccio. L’attaccante si abbassa per creare spazio, quindi aggredisce la porta. Traoré esplora la profondità, e arrivato sul fondo, disegna succulenti tracce a centro area.
Il ritorno di Traoré al Barça
In questo scenario, appariva davvero carico di aspettative il ritorno al Barcellona, nel mercato di riparazione dello scorso anno. Va detto che, in alcune circostanze, è emersa tutta l’esuberanza fisica dell’ex Wolves, utilizzato come arma letale in uscita dalla panchina.
Una variante tattica funzionale a scardinare l’atteggiamento passivo degli avversari in fase di non possesso. Tale da evidenziarne le proverbiali doti negli isolamenti offensivi. Del resto, è veramente incontenibile quando può prendere velocità su medio-lunghe distanze, ricevendo nello spazio o progredendo palla al piede.
Giocate che mascherano, al contempo, i suoi limiti associativi nelle interazioni coi compagni di squadra. Specialmente in zone più centrali rispetto alla linea laterale. In definitiva, Traoré preferisce ricevere il pallone sui piedi, mentre non è per nulla a suo agio tra le linee.
Il ritorno al Wolverhampton ed il contratto in scadenza lo rendono appetibile. Per il Napoli potrebbe essere tendenzialmente la mossa giusta, che risolve l’enigma legato all’eventuale rinnovo di Lozano. Oltre a dare un senso compiuto alle qualità di un offensive player ancora tutto da inquadrare a livelli di Top Club.
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