Napoli: Cambia il maestro, ma non musica e spartito. Avvilente! Dopo il pari di Cagliari, che i sardi si sono guadagnati in zona Cesarini, il Napoli fa i conti con la Champions dove il -11 dal Bologna quarto, da il senso di una stagione nata sotto il segno dell’ego-distruzione societario, e l’assenza totale di un gruppo che ormai ragiona proprio come il suo Presidente.

Il primo tempo rispecchia quello giocato in Champions contro i Barça, per fortuna era il Cagliari altrimenti si rischiava l’imbarcata, con Osimhen poco reattivo ed abbandonato a sé stesso, ed i suoi compagni che giocavano praticamente da soli, per onor di firma si dice, sembravano esser scesi in campo per trascorrere una domenica in Sardegna. Davvero inguardabile, uno spettacolo avvilente!

Nella ripresa cambia poco o nulla, se non per la voglia di Raspadori, lui ed Oliveira gli unici che salvo, che approfitta di una ingenuita di Augello, e mette un cross al bacio per Osi, su cui il nigeriano deve solo depositarlo in rete. Un vantaggio che fa ben sperare, ma che purtroppo rivela un finale poco atteso dal popolo azzurro.

Napoli: L’egoismo ti sta possedendo…

Dopo l’egoismo di Politano Prima e Simeone poi, due palle gol chiare e sprecate per puro egoismo dei singoli, i compagni smarcati in area e non serviti, non hanno permesso al Napoli di raddoppiare e probabilmente dire addio ai sogni Champions.

Un fatto però deve essere chiarito, a mio modesto avviso, una grande squadra non può prendere un gol come quello di Cagliari, e credo che dare la colpa solo a Jesus non sarebbe esatto. Lancio dai cerchi di centrocampo di Dossena, lasciano rimbalzare la palla in tre, Jesus, Rrhamani ed Olivera, con Meret che resta a guardare nell’ area piccola senza tentare l’uscita, e Luvumbo fa esplodere lo stadio, ma conferendo alla d difesa degli ex Campioni d’ Italia, la laurea del “gollonzo dell’anno!”. Per me un concorso di colpe di una squadra poco attenta e ormai fuori tema.

Il tecnico a fine gara, analizzando la prestazione della squadra, ha evidenziato il peccare di egoismo, in pratica, non si gioca più di gruppo ma da singoli. Insomma si è passati dal Dna Spallettiano al Dna Aureliano, e questo conferma la metamorfosi in negativo che ha contraddistinto questa stagione.

Che fine ha fatto la squadra che si divertiva a giocare  insieme?

Una totale mancanza di personalità, e quella non te la da l’allenatore, ed un ego smisurato in tanti che mette sul banco degli imputati gli attori principali, cioè i calciatori, i quali ancora oggi non fanno nulla per cambiare la storia di questa annata maledetta. Probabilmente sopravvalutati o troppo compenetrati nel discorso …Io sono!

Mercoledì ci sarà il recupero contro il Sassuolo, squadra in piena bagarre’ retrocessione e con un nuovo tecnico, dove ci si augura che Calzone faccia ammenda e decida per un massiccio e propedeutico turnover, e far scendere in campo chi mostra voglia e determinazione, con i nuovi arrivati, tutti, titolari contro i neroverdi. L’unica alternativa per dare una scossa, forse, ad un gruppo con la pancia piena e con la mente, probabilmente, tra isole Tremiti e Formentera! Ego sum qui sum…in pratica Nessuno!

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