Lorenzo Insigne, capitano del Napoli, è uno dei giocatori azzurri sul quale in assoluto si creano più polemiche.
Il complicato rapporto con l’attaccante esterno si è acuito con l’annuncio del suo addio al club che lo ha fatto crescere. Infatti la sua partenza per il Totronto da molti è stata interpretata come un volta faccia alla squadra della sua città natale.
C’è tuttavia chi lo sostiene, ma in generale non si perde mai l’occasione per sottolineargli un errore.
Un rigore polemico
Sembra sia passata un eternità dal “tir a ggir” che ci ha permesso di vincere gli Europei, eppure il soggetto non è cambiato, il ragazzo è sempre lo stesso, con una responsabilità in più.
Questa è la ragione per la quale il tecnico Spaletti ha voluto spendere delle belle parole a difesa dell’azzurro, dichiarando:
“Si è preso una responsabilità che altri non si sarebbero presi vista la difficoltà di questo momento per lui. Lorenzo deve vivere tutto serenamente. Ha fatto la scelta di andare ai Toronto ed è una scelta che va accettata da parte di tutti, noi sicuramente perdiamo un giocatore di grande livello. Ha dimostrato tutto il suo talento e il suo valore di calciatore e di uomo e proprio per questo può sempre girare a testa alta. Nel suo spaccato di carriera in Italia è stato un giocatore leale, qualitativo e tutti noi abbiamo goduto per le sue giocate.“
Parole dette con l’intento di far tacere le inutili vessazioni che il capitano azzurro è costretto a subire da mesi.
Ma perché ha sbagliato questo rigore?
Che sia stato un caso, il fato, il vento contro, c’è una componente che non va dimentica, la pressione emotiva. Un rigore sbagliato, ad un campione europeo, di sicuro è segno di profonda sensibilità.
Va ricordato infatti che quella contro il Torino è stata la penultima partita dell’azzurro. Insigne aveva la voglia di vincere lo scudetto prima di dire addio al club, un sogno che però si è infranto a pochi passi dal realizzarlo.
Il napoletano infatti non dirà addio solo alla maglia, ma alla città nel quale è nato e nella quale sono nati i suoi figli. Un trasferimento che se in termini di stipendio gioverà di un importante guadagno, lo stesso non si può dire in termini affettivi.
Queste componenti devono sempre essere ricordate nel momento in cui un giocatore del calibro di Lorenzo Insigne, entra in campo.
Al di la del calcio e della partita va ricordato infatti che i giocatori sono in primis esseri umani, motivo per il quale, al termine dell’ultima partita del capitano, il gesto migliore che si possa fare è un applauso perché tralasciando gli ultimi avvenimenti, Insigne ci ha sempre regalato tante emozioni.

