“Gli acquisti e le cessioni riconducibili a tali operazioni in quasi tutti i casi sono stati effettuati a valori non congrui” con questa frase si riassume la relazione della Procura Federale incaricata di indagare sul caso delle plusvalenze in merito alle 62 operazioni di acquisto da parte delle squadre di Serie A.
In particolare i nomi ad essere nell’occhio del mirino erano: Pjanic, Arthur, Cancelo e Danilo, Rovella Portanova, Audero e Osimhen.
Perché la Procura Federale ha condotto questa indagine?
Innanzi tutto è necessario spiegare che le plusvalenze sono dei meccanismi di bilancio, che in ottica di trasferimenti, rappresentano delle opportunità interessanti per gli affari dei club. Le plusvalenze si realizzano quando un giocatore, appartenente ad un club, viene venduto ad un prezzo più alto del valore effettivo.
Ovviamente questa è una strategia d’affari del tutto lecita, ma sempre entro certi limiti.
Nel 2021 infatti la procura di Torino ha cercato di fare chiarezza in merito ad alcune squadre, come la Juventus, alle quali si contesta un utilizzo spregiudicato delle plusvalenze.
Quali sono le squadre sotto accusa?
Tutto è nato dalla Procura di Torino e dunque la Juventus è la prima squadra ad essere stata messa sul banco degli imputati.
Nel registro degli indagati vi sono sette dei massimi dirigenti, tra cui il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nadved e l’ex direttore sportivo Fabio Pratici.
Alla squadra bianconera si contesta il passaggio di denaro fittizio con il fine di ridurre le perdite in bilancio. Dal 2019 al 2022 la Juve avrebbe prodotto 322,7 milioni di plusvalenza per coprire lo scoperto di 600 milioni di euro sistemando automaticamente i passivi che altrimenti sarebbero sati abnormi.
Dalla questione Juve i controlli sono iniziati a “tappeto” arrivando fino alla squadra di Aurelio De Laurentis.
Il Napoli di ADL
“Penso anche allo strano flusso di calciatori provenienti dal Napoli in direzione Lille nell’ambito dell’affare Osimhen: il Napoli ha rifilato quattro calciatori, di cui un terzo portiere di 35 anni e tre ragazzi provenienti dalla Primavera, per una valutazione complessiva di 20 milioni, quando tutti insieme forse non arrivavano a valere 500mila euro. Il Lille aveva necessità di far passare la cessione di Osmihen per 70 milioni più 10 di bonus, mentre il Napoli ha trovato il modo di scalare 20 milioni da quella valutazione e in più realizzare plusvalenze per venti milioni. ” Così dichiarò Pippo Russo, sociologo e giornalista italiano, tra i primi a puntare il dito in merito alla questione plusvalenze.
Affare Osimhen: tutto organizzato?
“A giugno mi chiamò il Napoli e mi disse: vieni a Castel Volturno, dobbiamo parlare. Siamo andati io e il mio procuratore, la società ci ha offerto due opzioni: potevo rinnovare per un anno e restare, o accettare di andare al Lille e firmare per tre anni, entrando nell’operazione Osimhen. Voi che avreste fatto? Ne ho parlato con il mio agente e ho accettato. Il 30 giugno abbiamo firmato con il Lille. Però non siamo mai andati a Lille. Nemmeno per firmare. Hanno mandato i contratti a Napoli e abbiamo firmato a Castel Volturno“
Così dichiarò l’attaccante della AC Ercolano, Luigi Liguori, alla penna del quotidiano La Repubblica.
A quanto pare Liguori è stato una pedina del Napoli, utile per concludere l’affare Osimhen attraverso la plusvalenza.
Questione risolta o ancora sul banco degli indagati?
Attualmente sono stati prosciolti dalle indagini i giocatori: Arthur, Pjanic e Cancelo, mentre restano ancora aperte le indagini in merito a Victor Osimhen (Napoli), Nicolò Rovella (Juve) e Emil Audero (Juve).
In merito agli altri giocatori i controlli stanno via via cessando, senza escludere però che gli ultimi controlli potrebbero condurre ad altre movimentazioni economiche.
La contestazione primaria è quella di dare a dei giocatori un valore eccessivo rispetto a quello reale. Inoltre ciò che recrimina la Procura Federale è la trasparenza delle trattive. La mancanza dei paramentri oggettivi su i quali basarsi per ogni trattativa.
Come si concluderà la vicenda?

